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422 l'istoria del concilio tridentino


generali della presente collezione. Devo particolarmente avvertire che l’uso della doppia consonante è quanto mai instabile nel manoscritto, cosí nelle parti stese dal Fanzano come in quelle autografe: imprecisione dovuta sia all’influsso del latino, sia alla pronuncia veneziana, sia (e forse piú) allo sforzo di reagire a questa. È una instabilitá di cui né il Sarpi né il copista menomamente si preoccupano, sicché non è raro di trovare persino in una medesima riga la duplice grafía d’una stessa parola. Valgano alcuni esempi: abondanza, abbondanza; alongare, allongare; autoritá, auttoritd; ariso, avviso; catolico, cattolico; comodo, commodo; dechiarare, decchiarare; difesa, difesa; difetto, difetto; difinire, diffinire; disegno, dissegno; dopo, doppo; dubio, dubbio; eccitare, eccittare; eleggere, elleggere; esatto, essai lo; esempio, essempio; eseguire, esseguire1; facia, faccia; frate, fratte; fugire, fuggire; legere, leggere; moto, motto (movimento); motto, moto (parola); mezo, mezzo; orecchio, orrecchio; obligo, obbligo; offerire, offerrire; pregione, preggione; querele, querelle; ragione, raggione; riforma, riforma; tirare, tirrare;... e si potrebbe continuare per pagine e pagine. Poiché dalla conservazione di questa duplice grafia nulla avrebbero guadagnato la chiarezza ed armonia del dettato, ho creduto sano criterio filologico e pratico attenermi costantemente alla forma piú corretta e tradizionale (sempre del resto largamente usata anche dal Sarpi accanto all’altra), rispettando le due grafie soltanto quand’esse abbiano tutta una tradizione letteraria e conservando quelle particolaritá grafiche che si risolvono in una vera modificazione della parola e possono quindi considerarsi peculiari all’idioma del Sarpi2.

Un’ultima avvertenza. L’Istoria è divisa nel manoscritto in otto libri e reca in margine le indicazioni cronologiche dei fatti. Manca invece la divisione in brevi capitoli, che appare per la prima volta nell’edizione del Courayeur, e che, oltre ad essere spesso fatta con assai poca opportunitá, ha il torto di sminuzzare una narrazione cosí poco adatta ad un eccessivo frazionamento. L’abbiamo perciò sostituita con altra che offre maggiore orga-

  1. Ma quasi costante è la corrispondenza della doppia ss alla x latina.
  2. Il Teza, op. cit., consigliava che «delle parole scritte dal Sarpi, o per emenda o per giunta, si conservassero le forme intere, provvedendo che se ne debba accorgere subito chi legge»; ma ci sembra una «riverenza» esagerata, di cui non si saprebbe vedere l’utilitá.