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370 l'istoria del concilio tridentino


ricorrere alle orazioni e aiuto loro. Poi tutt’in un periodo condannò otto asserzioni di questa materia: che li santi del cielo non si debbono invocare; che non preghino per gli uomini; che sia idolatria l’invocarli acciò preghino per noi eziandio singolarmente: che repugni alla parola di Dio, sia contrario all’onor di Cristo, sia pazzia supplicar loro con la voce o col cuore; che li corpi de’ santi, per quali Iddio presta molti benefici, non debbiano esser venerati; che le reliquie e le sepulture loro non debbono esser onorate; e che in vano si frequenta le loro memorie per impetrar aiuto.

Quanto alle immagini, che quelle di Cristo, della Vergine e dei santi si debbino tenir nelli templi e renderli il debito onore, non perché in loro sia divinitá o virtú alcuna, ma perché l’onor redonda nella cosa rappresentata: sí che per mezzo delle immagini sia adorato Cristo e li santi, la similitudine de’ quali portano, come fu difinito dalli concili, specialmente dal niceno secondo. Che per l’istorie li misteri della religione, espressi in pitture, al populo sono insegnati, e raccordati gli articoli della fede; e non solo li sono suggeriti li benefici di Cristo, ma ancora posti inanzi agli occhi li miracoli ed esempi de’ santi, per ringraziarne Dio e per imitarli, anatematizzando chi insegnerá o crederá il contrario di quei decreti. Soggionse poi che, desiderando levar gli abusi e le occasioni di perniciosi errori, ordina che per le pitture istoriali della Scrittura sacra, occorrendo figurar la divinitá, s’insegni al populo che ciò non si fa perché quella possi esser vista con gli occhi del corpo. Soggionse che sia levata ogni superstizione nell’invocazione de’ santi, venerazione delle reliquie e uso delle immagini; ogni guadagno inonesto sia abolito, evitato ogni lusso, non dipinte né ornate le immagini lascivamente; nelle feste de’ santi e visitazione delle reliquie non si facciano banchetti; che in nessuna chiesa o in altro luoco sia posta immagine insolita, se non approvata dal vescovo, né admessi novi miracoli o ricevute nove reliquie; e occorrendo qualche dubbio o abuso difficile da estirpare, o difficoltá grave, il vescovo aspetti il parere del concilio provinciale;