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354 l'istoria del concilio tridentino


si facessero anatemi contra particolari eretici, ma si passasse con termini generali. Del finir il concilio in qualche modo tutti assentirono, salvo che l’arcivescovo di Granata, il qual disse che si rimetteva all’ambasciator del suo re. Fu proposto da alcuno che non si poteva darli fine assoluto, poiché restavano tante materie da trattare, ma che si potesse farlo con intimarne un altro dopo dieci anni, il che averebbe ser;ito per impedire che le provincie non facessero concili nazionali, e per rimetter a quel tempo la determinazione delle cose che restassero, e anche l’anatematizzare. Il vescovo di Brescia propose che si trovasse un modo medio tra il metterli compito fine e la suspensione, perché il finirlo sarebbe stato desperare li eretici, e il suspenderlo non satisfare li cattolici. Ma questi pareri non ebbero seguito, aderendo gli altri a quello che il cardinale detto aveva.

Del modo, l’arcivescovo d’Otranto disse che l’anatematizzar gli eretici era cosa necessaria e usata da tutti li concili; anzi che in quello sta l’opera che dalle sinodi si ricerca, perché molti non sono capaci d’intendere la veritá o falsitá delle opinioni col proprio giudicio, quali solamente le seguono o le aborriscono per il credito o discredito degli autori. Che il concilio calcedonense, pieno d’uomini dotti, per chiarirsi se Teodoreto vescovo di Ciro, che era dottissimo, era cattolico o no, volendo egli render conto della fede, non volse ascoltar altro, ma solamente ricercò che dicesse chiaramente anatema a Nestorio: che se in quel concilio non anatematizzassero Lutero e Zuinglio e altri capi giá morti, e de’ viventi quelli che seguono la loro dottrina, si potrebbe dire il concilio aver operato in vano. Replicò il cardinale che altri tempi ricercano altri consegli: allora le differenzie della religione erano tra i vescovi e i preti; li populi venivan per accessorio, e li grandi o non se ne intromettevano, o, quando pur aderivano a qualche eresia, non se ne facevano capi. Adesso esser tutto in contrario: li ministri e predicanti de eretici non potersi dir capi di setta, ma piú tosto li principi, agli interessi dei quali li predicatori e maestri loro s’accomodano. Chi vorrá nominar