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libro ottavo - capitolo vii


che dicesse l’autoritá dei re di Francia sopra le persone e beni ecclesiastici non esser fondata sopra la Pragmatica, concordati e privilegi del papa, ma sopra la medesima legge naturale, sopra la Scrittura divina, gli antichi concili e leggi delli imperatori cristiani.

Erano anco li ambasciatori francesi ripresi, con dire che dovevano prender esempio dalli cesarei e dallo spagnolo, li quali, quantonque avessero li stessi interessi, non avevano fatto moto, conoscendo di non aver ragione. Si defendeva il Ferrier con dire che al Cardinal di Lorena era stato promesso dalli legati di non parlar piú di quel capo se non con tal moderazione che non toccasse le cose di Francia, ma poi era stato altramente operato; che al Cardinal era stata comunicata l’instruzione regia; onde, se fosse stato presente, averebbe non solo acconsentito, ma consegliata la protesta; che erano grand’ignoranti quelli che, non avendo veduto altro che li decretali, leggi di quattrocento anni, pensavano che inanzi quelle non vi siano state altre leggi ecclesiastiche; e chi vorrá riformar il re per li decretali, egli vorrá riformar loro per il Decreto, e condurli anco a tempi piú vecchi non solo di sant’Agostino, ma delli apostoli ancora. Che non faceva il re di Francia come il re d’Inghilterra, ma ben si opponeva a quelli che da longo tempo hanno incominciato a crescer la loro dignitá con diminuir quella dei re; che se quegli articoli portassero tanto danno all’imperator o al re cattolico, come alla Francia, non sarebbono stati proposti; né si debbe pigliar esempio da chi non ha uguali interessi. Sopra tutti l’arcivescovo di Sens e l’abbate di Chiaraval furono li piú disgustati; e andavano dicendo che li ambasciatori avevano fatto male protestando, e che il loro fine era stato per metter confusione e dar occasione che in Francia si facesse il concilio nazionale; che non erano uomini di buona volontá, e che erano creature del re di Navarra, mandati al concilio da lui per i suoi disegni, e avevano protestato senza commissione del re; e che conveniva constringerli a mostrar le loro instruzioni e formar inquisizione contra di loro, come che