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CAPITOLO VI

(15 agosto-15 settembre 1563).

[Opposizione al tentativo d’introdurre l’inquisizione spagnola a Milano. — Azione diplomatica di Pio IV per affrettare la fine del concilio: istruzioni impartite ai legati. — Questi decidono di proporre i capi di riforma, riducendoli di numero. — Ostacoli suscitati dal conte di Luna. — Gli ambasciatori si oppongono alla trattazione della riforma riguardante i poteri politici. — I legati la rinviano ad altra sessione, con parte dei capi di riforma. — Tenace azione dei vescovi per rafforzare il proprio potere: lotta contro le esenzioni dei regolari e contro l’autoritá temporale. — Ricevimento dell’ambasciatore di Malta. — Modifiche introdotte nei capi di riforma (sulla scelta dei piú degni ai benefici, sulle visite arcivescovili, le esenzioni dei capitoli, le pensioni, le annate, la pluralitá dei benefici, l’esame dei curati, le aspettative ecc...). — Istruzioni di Francia agli ambasciatori ed al Lorena perché non si proponga la riforma dei principi. — Insistenza dei vescovi perch’essa venga inclusa nel decreto. — Il conte di Luna ancora per la revoca del Proponentibus legatis. — Di fronte a tanti ostacoli, anche per segrete istruzioni del papa, i legati prorogano la sessione a novembre.]

Occorse un poco di timore tra i padri per una voce levata che in Inspruc vi fosse la peste. E giá molti si preparavano per le partenza, se il Cardinal Morone, il quale teneva di aver le cose in buon termine per finir il concilio, non avesse fatto venir certezza, la qual era che in Sborri, luoco vicino a Inspruc venti miglia, erano morti di mal contagioso molti di quei poveri uomini lavoranti alle miniere, per infezione contratta in luochi sotterranei; essendo però da quei d’Inspruc fatte cosí sicure provvisioni, che non vi era pericolo che penetrasse lá; anzi che nella terra di Sborri il male andava rallentandosi. Occorse anco un moto grande nelli prelati italiani, e par-