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248 l'istoria del concilio tridentino


rati. Il Cardinal di Lorena offerí che dalli francesi non sarebbe altro ricercato, e di adoperarsi con li spagnoli che essi ancora cosí si contentassero, soggiongendo che quando li legati avessero fatto il medesimo con li italiani, che troppo affettatamente si opponevano agli altri, il tutto si sarebbe composto.

E opportunamente andò ordine dall’imperatore alli ambasciatori suoi che facessero ogni ufficio, acciò nel concilio non si parlasse dell’autoritá del papa: il che da quella Maestá fu fatto, vedendo che la disposizione della maggior parte era per amplificarla, e temendo che non fosse determinato qualche cosa, la qual facesse piú difficile la concordia de’ protestanti. Il qual ufficio essendo fatto dagli ambasciatori con li legati e col Cardinal di Lorena e con altri prelati principali, fu causa che si risolvesse d’omettere e quel capo e quello dell’instituzione de’ vescovi. Dopo che per questo furono fatte molte consultazioni, introducendo a quelle li prelati piú principali e di maggior seguito, ora in maggior, ora in minor numero, per disponer le cose in modo che tutti restassero sodisfatti, furono dati alli padri li decreti di provvisione degli abusi. E intorno al primo capo, che era dell’elezione de’ vescovi, quanto al particolare che li metropolitani avessero da far l’esame delle persone da promover alli vescovati (di che s’è parlato di sopra), si opposero l’ambasciator di Spagna e quel di Portogallo acremente, dicendo che era un sottoponer li re alli prelati loro sudditi, poiché indirettamente se li dava autoritá di reprobare le nominazioni regie. Li ambasciatori francesi, di questo ricercati, mostrarono non curarsi né che si decretasse né che si omettesse; onde li pontifici, che giudicavano cosa in diminuzione dell’autoritá del papa, dicevano che tutto quel capo si poteva omettere, massime che nella sessione quinta pareva che fosse provveduto a quella materia a bastanza. Ma a questo opponendosi altri con gran fervore, fu concluso finalmente di coimun consenso che quel capo si differisse alla seguente sessione, per aver tempo di accomodarlo in maniera che a tutti piacesse, acciò non fosse attraversata per questo la pubblicazione delle cose convenute.