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200 l'istoria del concilio tridentino


non far piú ritorno a questo negozio) s’avvidde dove mirava, e fece una piena risposta: che il concilio era radunato in Trento con tutte le solennitá, col consenso de tutti li re e principi, e ad instanzia di Francesco re di Francia; che l’imperatore aveva la superioritá in quella cittá, come nelle altre nominate, per dar piena sicurezza a tutti, quando la giá data non paresse bastante; però non si poteva far altro che proseguirlo, e aver per buono tutto quello che si determinasse. E avvisò il papa del tutto, con certificarlo che egli non era per dipartirsi mai da quella resoluzione.

Li francesi in Trento ebbero per superfluo far instanzia ai padri, conforme al comandamento regio, inanzi il ritorno di Morone, essendo cosa appuntata con tutti che le azioni conciliari si differissero sino allora. Ma l’imperatore non aveva ancora spedito quel cardinale, anzi pur in quel medesmo tempo fece intender a Lorena che per diversi accidenti, e per esser le materie proposte di tal peso e importanza che meritavano matura consultazione e deliberazione, non aveva ancora potuto dargli risposta risoluta, ma ben sperava di farla tale in tempo e luoco, che ognuno potesse conoscer le sue azioni corrispondere al desiderio suo di veder ridrizzati li affari del concilio a comun beneficio; per il che anco, non ostanti le occupazioni ed urgenti bisogni delle altre sue provincie, disegnava fermarsi in Inspruch, per favorir con la presenzia sua la libertá del concilio, sin tanto che averá speranza di veder qualche buon profitto. A Morone non era grata cosí longa dimora, e che l’imperatore rimettesse, come faceva, tutte le negoziazioni sue a’ teologi e consiglieri; e dubitava cosí egli come il pontefice che si differisse il risolverlo sin tanto che avesse udito Birago, del quale giá avevano inteso che era per proponer translazione del concilio in Germania, per dar satisfazione agli ugonotti: cosa la quale il pontefice era risoluto di non assentire, cosí per propria inclinazione, come perché glie n’era fatto instanzia da tutto il collegio de’ cardinali e da tutta la corte. E si maravegliava dell’umor de’ francesi, che da una parte dimandavano riforma, e dall’altra parte translazione del concilio; e da