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libro settimo - capitolo i 13


ganza, Messina e Segovia, chiesta audienza dalli legati, fecero instanza che si trattasse l’articolo giá proposto dal cardinale Crescenzio in questo medesimo concilio, e anco concluso, se ben non pubblicato, cioè «che li vescovi sono instituiti da Cristo, e de iure divino sono superiori alli preti». Li legati, dopo aver conferito insieme, risposero che, avendo li luterani asserito esser l’istesso il vescovo e il prete, era giusta cosa dechiarare che il vescovo è superiore, ma non esser bisogno dechiarar quo iure né da chi il vescovo sia instituito, poiché non vi è sopra ciò controversia. E replicando Granata che anzi in questo è la controversia, e che facendo disputare li teologi si sarebbe conosciuto la necessitá di decider questo ponto, né volendo per modo alcuno li legati acconsentirvi, dopo qualche moti di parole risentiti di ambe le parti, li spagnoli si partirono senza alcuna cosa ottenere, restando però essi in risoluzione di far ufficio con qualche teologi che nelle discussioni introducessero questo particolare, e di farne menzione al tempo del dire li voti in congregazione. Il che essendo pervenuto alle orecchie delli pontifici, fecero passar voce tra li teologi che fosse stato dalli legati vietato il parlar sopra quella questione.

Ma tornando alla congregazione, quando parlò la classe seconda mista de teologi e canonisti, Tomaso Dassio, canonico di Valenza, disse che il metter dubbio sopra la gerarchia ecclesiastica nasceva da crassa ignoranza dell’antichitá, essendo cosa notissima che nella Chiesa il popolo sempre è stato governato dal clero, e nel clero li inferiori dalli superiori, sino che tutti li gradi sono ridotti ad un solo rettor universale, che è il romano pontefice. E avendo con longa narrazione mostrato la proposta, soggionse che non vi era bisogno, salvo che far apparir questa veritá con levar li errori contrari, li quali a lui pareva esser stati introdotti dalli scolastici, mentre col sottilizzar troppo alle volte oscurano le cose chiare, opponendosi alli canonisti che mettono tra gli ordini la prima tonsura e l’episcopato. Di questo parerli cosa molto strana come confessino che sia proprio di quello la confermazione, l’ordinazione e tant’altre consecrazioni, quali altri che tentasse ministrarle,