Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/168

162 l'istoria del concilio tridentino


dispensa dei voti semplici, negavano quella dei solenni, quasi che non fosse chiarissimo, per la determinazione di Bonifacio VIII, che ogni solennitá è de iure positivo, valendosi appunto del medesimo esempio delle cose consecrate per provar la loro sentenzia. Perché sí come non si può far che una cosa consecrata, rimanendo consecrata, sia adoperata ad usi umani, ma ben si può levar la consecrazione e farla profana, onde lecitamente torni ad ogni uso promiscuo, cosí l’uomo consecrato a Dio per il monacato, restando consecrato non può applicarsi al matrimonio; ma levatoli il monacato e la consecrazione che nasce dalla solennitá del voto, la qual è de iure positivo, niente osta che non possi usar la vita comune degli uomini. Adducevano luochi di sant’Agostino, da’ quali manifestamente appare che nel suo tempo qualche monaco si maritava; e se ben era stimato che facendolo peccasse, nondimeno il matrimonio era legittimo, e sant’Agostino reprende quelli che lo separavano.

Si trascorse a parlar se fosse bene in questi tempi dispensare, o vero levar il precetto della continenzia ai sacerdoti. E questo perché il duca di Baviera, avendo mandato a Roma per ricercar dal pontefice la comunione del calice, aveva insieme richiesto che fosse concesso alli maritati di poter predicare, sotto il qual nome s’intendeva tutto il ministerio ecclesiastico esercitato dai parrochi nella cura d’anime. Furono dette molte ragioni a persuadere che fosse concesso, le quali si risolvevano in doi: nel scandalo che davano li sacerdoti incontinenti, e nella penuria di persone continenti, atte ad esercitare il ministerio. Ed era in bocca di molti quel celebre detto di papa Pio II: «che il matrimonio per buona ragione fu levato dalla chiesa occidentale ai preti, ma per ragione piú potente conveniva renderglielo». Da quelli di contrario parere si diceva che non è da savio medico guarir un male con causarne un peggiore: se li sacerdoti sono incontinenti e ignoranti, non per questo si ha da prostituir il sacerdozio nelli maritati. E qui erano allegati tanti luochi de’ pontefici, li quali però non lo permisero, che dicevano esser impossibile