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156 | l'istoria del concilio tridentino |
quando ben senza causa alcuna dispensasse, conveniva tener
la dispensa per valida: ma che nella legge divina aveva parimente l’autoritá di dispensare, con causa legittima però.
Allegò san Paulo, che disse li ministri di Cristo «esser dispensatori dei misteri di Dio»; e che ad esso apostolo era stata
commessa la dispensa dell’Evangelio. Soggionse che, se ben
la dispensa del pontefice sopra la legge divina senza causa è
invalida, nondimeno quando il papa per qualsivoglia causa
dispensa, ognun debbe cattivar la mente sua e credere che
quella causa sia legittima, e che il metterlo in dubbio è una
temeritá. Discorse poi delle cause della dispensa, le quali
ridusse alla pubblica utilitá e alla caritá verso li privati. Fu
questo ragionamento occasione alli francesi di parlar della medesma materia con mala sodisfazione dei pontifici.
Finita la seconda classe, per servar la promessa fatta a Lorena di non trattar in sua assenza del matrimonio de’ preti, mutato l’ordine, si parlò sopra la quarta. Gioanni [di] Verdun, trattando l’articolo settimo dei gradi di affinitá e consanguinitá, passò esso ancora immediate alle dispense, e parve che non avesse altra mira che di contradire a frate Adriano, atteso a debilitare la potestá del pontefice. Prima dechiarò li luochi di san Paulo, che li ministri di Cristo sono dispensatori dei misteri di Dio e dell’Evangelio, dicendo che era glosa contraria al testo l’introdurre in quel luoco dispensa, cioè disubbligazione dell’osservar la legge, ma che altro non significava se non un annonciar, pubblicar o dechiarar li misteri divini e la parola di Dio, che è perpetua e resta inviolabile in eterno. Concesse che nelle leggi umane cadeva la dispensa per la imperfezione del legislatore, il quale non può preveder tutti li casi, e, facendo la legge universale, per le occorrenze che portano le eccezioni ha bisogno di riservare, a chi governa la repubblica, un’autoritá di provveder ai casi particolari. Ma dove Dio è legislatore, al quale nessuna cosa è occulta e nessun accidente può avvenir non preveduto, la legge non può aver eccezione: però la legge divina naturale non si ha da distinguere in legge scritta, la qual per il rigore in alcuni