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libro settimo - capitolo x |
dar commissione a presidenti di un concilio, ma piú tosto
avvertenze a ministri, da servirsene in trattar per via di negoziazione. Rescrissero solamente richiedendo quello che dovessero far se li cesarei facessero istanza per la proposta delle
loro; e fecero che Gabriel Paleotto, auditor di rota, scrivesse
una piena informazione delle difficoltá, qual mandarono. Il
Cardinal di Mantoa non giudicò che, avendo l’imperator detto
a Commendone che averebbe mandato risposta al concilio per
un suo ambasciatore, fosse cosa conveniente che egli vi andasse prima che intender quella resoluzione; oltre che l’esser
giá Lorena alla corte imperiale, e non sapersi ancora l’effetto
della sua negoziazione, rendeva incerto il modo che dovesse
esser da lui tenuto. Con queste ragioni si scusò col pontefice,
al quale oltre di ciò scrisse di propria mano che non aveva
piú faccia di comparer in congregazione per dar solamente
parole, come aveva fatto due anni continui. Che tutti li ministri de’ prencipi dicevano che, se bene Sua Santitá promette
cose assai della riforma, non vedendosene esecuzione alcuna,
non credono che ella vi abbia l’animo veramente inclinato;
il quale se corrispondesse alle promesse, non averiano potuto
li legati mancare di corrisponder alle instanzie di tanti principi. Né alcun debbe maravigliarsi che questo cardinale, principe versato per cosí lunghi anni in molti grandi affari e compitissimo nella conversazione, facesse questo passaggio, essendo
cosa naturale degli uomini vicini alla morte, per certa intrinseca causa e incognita anco a loro medesmi, il disgustarsi
delle cose umane e posporre le pure ceremonie. Al qual segno
era molto prossimo, non li rimanendo di vita, dal dí della data
di questa, se non sei giorni.
Ma nelle congregazioni l’ultimo che parlò nella seconda classe fu frate Adriano dominicano, il quale, toccata leggerissimamente la materia, tutto si estese in parlar delle dispense e in defender con forme e termini teologici le cose dal dottor Cornelio toccate, delle quali si parlava con qualche scandolo. Disse che l’autoritá di dispensare nelle leggi umane era nel papa assoluta e illimitata, essendo egli superior a tutte; e però,