Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
126 | l'istoria del concilio tridentino |
inviato alla Chiesa come a giudice, con le parole di Cristo:
«Va, dillo alla Chiesa; e chi non udirá la Chiesa, abbilo per
etnico e pubblicano»; si contentavano che si dicesse il pontefice aver autoritá di pascere e reggere tutte le chiese, ma non
la Chiesa universale: che in latino faceva poca differenza di
parole dal dire universalem ecclesiam al dir universas ecclesias.
E diceva Granata: «Io sono vescovo di Granata, il papa è
arcivescovo della medesma cittá», inferendo che il papa abbia
la sopraintendenza delle chiese particolari, come l’arcivescovo
di quelle dei suffraganei. E allegandosi per l’altra parte che
nel concilio fiorentino era usata questa parola: «la Chiesa universale», si diceva in contrario che il concilio di Costanza e
Martino V nella condannazione degli articoli di Gioanni
Viglef dannan l’articolo contra il primato della sede apostolica, solo in quanto vogli dire che non sia preposta a tutte
le chiese particolari. E qui fu introdotta anco disputa tra francesi e italiani, dicendo questi che il concilio fiorentino fu generale, e il concilio di Costanza in parte approbato e in parte
reprovato, e quello di Basilea scismatico; per il contrario
sostentando gli altri che il constanziense e basiliense fossero
concili generali, e che quel nome non poteva competere al
fiorentino, dove intervennero solo alcuni pochi italiani e
quattro greci. Non concedevano manco che il papa avesse
tutta l’autoritá di Cristo, eziandio con le restrizioni e limitazioni. come uomo e nel tempo della mortalitá, ma si contentavano che si dicesse aver autoritá pari a quella di san Pietro.
Il qual modo era molto in sospetto alli pontifici, che vedevano
volersi fare la vita e azioni di san Pietro esemplare del pontefice; che sarebbe, come dicevano, ridurre la sede apostolica
a niente: la qual dicevano aver una potestá illimitata per poter
dar regola a tutti li emergenti, secondo che li tempi richiedono, eziandio in contrario dell’operato da tutti li precessori,
e da san Pietro stesso.
E le contenzioni sarebbono passate molto piú inanzi. Ma li legati, per dar qualche intermissione, a fine di mandar al pontefice, come fecero, la correzione degli oltramon-