Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/110

104 l'istoria del concilio tridentino


doleva il Cardinal di Lorena con li legati, mostrando desiderare che quelle materie si spedissero per venir alla riforma, replicando le tante volte usate parole, che se non averanno sodisfazione in Trento, la faranno in casa loro.

Fra’ Alberto Duimio vescovo di Veglia, allegando che la materia della residenza fu discussa nel concilio sotto Paulo III e rimessa ad altro tempo la decisione, aggionse che però sarebbe necessario veder le ragioni allora dette dalli prelati. Al presente avevano detto il suo parere senza allegar ragioni; ma egli non giudicava dover far l’istesso, come pretendendo per autoritá e a numero di opinioni, e non per ragione. E poi si diede a recitar tutte le ragioni per prova che sia de iure divino, e a risolvere le contrarie. Fece gran riflesso sopra il detto di Cristo che «il buon pastore va inanzi il gregge, chiama ogni pecorella per nome, scorre per il deserto a cercarne una perduta, e mette la vita per loro». Mostrò che questo s’intendeva di tutti quelli che Cristo ha instituiti pastori, che sono tutti quelli che hanno cura d’anime, li vescovi massime, come san Paulo disse e scrisse agli efesi. Che chiunque non si riputava per decreto di Cristo obbligato a questi uffici, o era piú utile per li negozi delli regni e repubbliche, lasciasse il carico di pastore e attendesse a quei negozi soli: che è ben molto far bene un carico, ma due contrari è impossibile. Non piacque alli cardinali per la longhezza, per esser stato il primo a disputar quella materia con ragione, e perché parlò con veemenzia dalmatina, con assai delli modi di san Geronimo e parole tolte da quello di peso. Simonetta l’averebbe volentieri interrotto, ma restò, per l’occorrenza del vescovo di Guadice: nondimeno lo chiamò in presenza di molti prelati e lo riprese acremente che aveva parlato contra il papa. Il vescovo si difese umilmente e con ragioni; e pochi dí dopo, allegando indisposizione, chiese licenza, e l’ebbe, e si partí il 21 del mese.

La controversia della residenza dopo questo tempo mutò stato; e quelli che l’aborrivano non si faticavano piú a mostrare con ragioni o vero autoritá, come sin allora s’era fatto, che fosse di legge umana, ma si diedero a spaventar quelli della