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LIBRO TERZO

CAPITOLO I

(aprile 1547-aprile 1548).

[Considerazioni dell’autore sul carattere particolare e sul valore della sua opera. — L’imperatore approva la condotta dei prelati rimasti a Trento, i quali convengono di rimanere inattivi, per non creare uno scisma.— Nona sessione: si rinvia al giugno la pubblicazione di nuovi decreti. — L’imperatore sconfigge gli smalcaldici a Mühlberg: l’elettore di Sassonia e il langravio d’Assia prigionieri. — Preoccupato della potenza imperiale, il papa si accosta al re di Francia. — Invio dei cardinali Capodiferro in Francia e Sfondrato a Carlo V. — Sommossa antispagnola a Napoli per l’introduzione dell’inquisizione. — Decima sessione: nuova proroga al settembre. — Accordo franco-papale. — La dieta di Augusta: cattolici e protestanti di fronte al concilio. — Assassinio di Pierluigi Farnese. — Il concilio sospende i lavori. — Da Augusta l’episcopato tedesco chiede al papa che restituisca il concilio a Trento. — L’imperatore ottiene dalla dieta la «remissione» del negozio conciliare, salve certe clausole. — Insistenze dello Sfondrato perché l’imperatore riconosca la traslazione a Bologna, mentre questi, a mezzo del cardinale Madruzzo, insiste pel ritorno a Trento. — La questione in concistoro: nuove insistenze del Mendoza e discorso del cardinale di Guise. — Il papa si riserva d’interpellare il concilio di Bologna, il quale si pronuncia per la legalitá della compiuta traslazione. — Risposta papale in tal senso al Mendoza e invito all’episcopato tedesco di recarsi a Bologna. — Vibrata protesta in concilio del Vargas e del Velasco, oratori imperiali, e del Mendoza in concistoro.— Il papa, assumendosi la parte di giudice, avoca a sé la decisione sulla validitá della traslazione, e invita i prelati di Bologna e di Trento a produrre le loro ragioni. — Rifiuto dei prelati di Trento e osservazioni dei procuratori di Bologna. — La questione rimane indecisa.]

Io non son ignaro delle leggi dell’istoria, né in che quella sia differente dagli annali e dalli diari. So ancora che genera sazietá nello scrittore, e nel lettore tedio, la narrazione