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44 | l'istoria del concilio di trento |
resistenza e difficultá, e nessun luoco vi fu dove non succedesse travaglio, perché li protestanti detestavano l’Interim piú
che li cattolici. Dicevano che fosse un stabilimento locale del
papismo; biasmavano sopra tutto la dottrina della giustificazione, e che fosse posta in dubbio la comunione del calice e
il matrimonio de’ preti. Il duca Giovanni Federico di Sassonia, se ben pregione, liberamente disse che Dio e la propria
conscienzia, a’ quali era sopra tutti tenuto, non glielo permettevano. Dove fu ricevuto successero infiniti casi, varietá e
confusioni, sí che fu introdotto in qualonque luoco diversamente e con tante limitazioni e condizioni, che piú tosto si
può dire che da tutte fosse reietto che da alcune accettato.
Né li cattolici si curavano d’aiutare l’introduzione, come quelli
che non l’approvavano essi ancora. Quello che fermò Cesare
assai fu la modesta libertá di una picciola e debole cittá, la
quale lo supplicò che, essendo padrone della roba e della
vita di tutti, concedesse che la conscienzia fosse di Dio: che
se la dottrina proposta a loro fosse ricevuta da esso e tenuta
per vera, averebbono un grand’esempio da seguire; ma che
Sua Maestá vogli constringer loro ad accettare e credere cosa
che la medesima Maestá sua non l’ha per vera e non la séguita, pareva a loro di non potersi accomodare.
Al settembre andò l’imperatore nell’inferior Germania, dove ebbe maggior difficoltá, perché le cittá di Sassonia si valsero di molte escusazioni per non riceverlo, e la cittá di Maddeburg si oppose con maniere anco di sprezzo: per il che fu posta in bando imperiale e sostenne la guerra, che fu longhissima; la qual mantenne il fuoco vivo in Germania, che tre anni dopo abbruggiò li trofei dell’imperatore, come a suo luoco si dirá. Per questa confusione, e per dar ordine di far giurare il figlio alli Ramenghi, Cesare finalmente, lasciata la Germania, passò nelli stati suoi di Fiandra. E quantunque avesse severamente proibito che la dottrina dell’Interim non
fosse impugnata da alcuno, né fosse scritto, insegnato o predicato in contrario, nondimeno fu scritto contra da molti protestanti. E il pontefice, che giudicò cosí esser ispediente per