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libro sesto - capitolo ix 473


Il titolar filadelfiense, se ben tedesco, disse esser pericolo il negar la grazia, dimandandola l’imperatore; e il concederla pernicioso; ma che si risolveva piú tosto di dispiacer agli uomini che parlar contra la sua conscienzia. Che era impossibile metter in pratica l’uso del calice per pericolo della effusione, portandolo attorno per luochi lontani e diffícili, molte volte di notte a tempi de nevi, pioggie e ghiacci; che li eretici si sarebbono gloriati, inculcando ai popoli che pur i papisti cominciano a conoscer la veritá; e che senza alcun dubbio quelli che fanno l’instanza tengono non potersi satisfar in altro modo al precetto di Cristo che pigliando l’eucaristia sotto ambe le specie. E pigliò in mano un catechismo scritto in lingua tedesca, il qual lesse interpretandolo in latino e dechiarando qual era la loro opinione. Aggionse che li cattolici si sarebbono contristati, e in luoco di guadagnar alcuni pochi, si averebbono persi moltissimi; che averebbono dubitato a qual parte fosse la vera fede, vedendo li cattolici piegar nelle usanze de’ protestanti; che la concessione fatta alla Germania averebbe mosso le altre provincie, e massime la Francia; che li eretici vogliono far prova di penetrare con questa concessione la constanza che hanno trovata nelli dogmi della Chiesa cattolica. Concluse che si doverebbe differire almeno sino al fine della dieta, acciò li prelati germani potessero mandar al concilio, approvando l’opinione di Granata di differire, c quella di Braga, che quelli che mostravano desiderar il calice avevano tutti radice d’eresia; e soggionse che gli ambasciatori imperiali avevano fatto cosí appassionate instanze e tante strette pratiche, che essendo interessati tanto, non conveniva stessero presenti in congregazione, acciò liberamente si potesse parlare.

Fra’ Tomaso Casello, vescovo de La Cava, dopo aver raccontato che il Cinquechiese aveva persuaso molti, dicendo che, non concedendosi, seguirebbono tanti mali che meglio sarebbe non aver mai fatto concilio, si estese a mostrare che non si concedesse, se ben dovesse seguir la perdita di molte anime, perché, concedendolo, maggior numero perirebbe.