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468 l'istoria del concilio di trento


manifesti di voler contradire. Furono acquetati per allora, con dirli che averebbono potuto dir loro parere quando fossero corsi li voti.

Li ambasciatori francesi il 3 settembre fecero nova instanza alli legati che, per dar maggior autoritá al concilio e a fine di far ricever nel regno loro facilmente le determinazioni di quello, volessero prolongare la sessione un mese o cinque settimane, trattando in quel mentre altre materie, per pubblicare poi nella sussequente sessione cosí quello che giá è stato discusso e determinato, come anco quello che si trattasse e determinasse tra tanto: che cosí non si perderebbe tempo, non si prolongherebbe il concilio, e il re e tutto il regno sentirebbe gran sodisfazione; oltre che, aspettandosi anco in breve prelati di Polonia, sarebbe di molta edificazione all’universale del cristianesmo il mostrar di tenir conto di due regni cosí considerabili. La qual instanza essendo fatta che il dí inanzi avevano li legati ricevuto lettere dal Cardinal di Ferrara che Lorena e li prelati francesi dovevano in ogni modo venire, che sarebbono con loro venti dottori di Parigi (si mostravano anco lettere scritte a diversi prelati da amici con l’istesso avviso, con aggiorna anco che fosse animo loro di trattar il ponto della superioritá del papa e concilio), tanto piú giudicarono che si dovessero ispedire le cose discusse, acciò non fossero attraversate nove difficoltá e, alli mali umori che erano in Trento aggregandosene di novi peggiori e piú arditi, non fossero promosse tante difficoltá che portassero il concilio in infinito, o non fosse resoluta qualche cosa pregiudiciale. Ma tenendo li legati queste ragioni in petto, risposero alli francesi con onorate parole, nella forma altre volte con loro usata, che il concilio fu convocato principalmente per francesi; li prelati loro esser stati appellati da tanto tempo; che il trattenir cosí gran numero di padri piú longamente nella stessa aspettativa sarebbe un’indignitá del concilio; che quando non si pubblicassero le cose discusse, il mondo crederebbe che fosse per qualche dissensione tra loro, o perché le ragioni de’ protestanti avessero qualche validitá. Ma Lansac non acquetandosi