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460 l'istoria del concilio di trento


medesimo concilio per l’inanzi che li ambasciatori non potessero parlar in congregazione pubblicamente, se non il giorno che erano ricevuti e che il loro mandato era letto. Questo diede causa alli francesi di far grave indoglienza con li vescovi, e massime con spagnoli, con dire esser grand’assurditá che le ambasciarie siano inviate alla sinodo, che a quella siano presentati li mandati, e che con quella non si possi trattare, ma con li legati, come che a quelli fossero gli ambasciatori inviati; e pur tuttavia li medesimi legati non sono altro che ambasciatori essi ancora, in quanto che il papa che gli manda è un principe; e in quanto è vescovo, e il primo vescovo, non sono altro che procuratori di uno assente, e per tali sono stati tenuti e ricevuti nelli concili vecchi. Allegavano l’esempio del niceno, dell’efesino, calcedonense, di quello di Trullo e del niceno II ancora; e che la rottura tra il concilio di Basilea e il papa da questo solo venne, perché li legati romani pretesero mutar questo antico e lodevole instituto. Che anco questa era una specie di servitú gravissima nel concilio, che non potessero manco udire; e ingiuria alli principi, che non potessero trattare con chi aveva da maneggiar negozi delli stati loro. Che quel decreto, che asserivano fatto, non si mostrava; e conveniva vederlo e saper da chi era provenuto; perché se li legati d’allora lo fecero, estesero l’autoritá con grande esorbitanza; se fu la sinodo, era necessario esaminare come e quando; perché era un inconveniente intollerabile anco quello che nel principio di quest’ultima adunazione è fatto, che li legati, con quei pochi prelati italiani venuti da Roma solamente, abbiano fatto un decreto (e praticatolo dopo rigidamente) che niente possa esser proposto se non per bocca delli legati, di maniera che alli principi e alli prelati tutti è serrata la via di poter proporre la buona riforma, che sarebbe servizio divino trattare; e in luoco di quella, per trattener infruttuosamente il mondo, sia trattata la dottrina controversa con protestanti, in loro assenza, senza alcun beneficio de’ cattolici che non ne dubitano, e con alienar tanto piú li protestanti, dannandoli in assenza. E le querele de’ francesi si