Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
libro sesto - capitolo vii | 421 |
per bocca del promotore, che giá molto tempo avendo aspettato
qualche principe o legazione di Germania, ma sopra tutti il
duca di Baviera, antemurale della sede apostolica in quella
regione, con grande allegrezza vedeva jl suo ambasciatore;
quale riceve, e s’affaticherá, come anco ha fatto, per ordinare
tutto quello che giudicherá esser di servizio divino e salute
de’ fedeli.
Li francesi, udendo questa orazione, sentivano grandissimo piacere di non esser soli nell’ammonir liberamente li prelati di quello che era necessario raccordarli; ma udendo la risposta, s’eccitò in loro un’estrema gelosia che questa fosse graziosa, dove quella fu piena di risentimento. Ma non ebbero ragione di dolersi, perché quantonque il bavaro mordesse piú acutamente il clero in generale, nondimeno delli padri del concilio parlò con molta riverenza; dove l’orazione francese parve tutta drizzata a repressione di quelli che l’udivano; senza che a loro fu fatta risposta consultata, e al bavaro sprovvista. Ma l’una e l’altra fu ugualmente trattata, essendo state ambedue udite con le sole orecchie.
Li ambasciatori imperiali, considerato che nelle congregazioni de’ teologi li giorni inanzi dalli spagnoli e maggior parte delli italiani era stato parlato contra la concessione del calice, e da molti detto esser eretici quelli che la dimandano, per rispondere a questa e altre loro obiezioni, e per coadiuvare la proposizione del bavaro, e a fine di prevenire li prelati che non dassero nelle impertinenze dalli teologi usate, formarono in quella materia una scrittura, che nella medesima congregazione, finito il ragionamento di quell’ambasciatore, presentarono. La sostanza della quale fu: che per il carico suo hanno giudicato d’avvertir li padri d’alcune cose, inanzi che dicessero il loro parere; che li teologi nelli prossimi giorni avevano ben parlato quanto alle regioni e paesi loro propri, ma non molto a proposito per le altre provincie e regni. Pregavano li padri ad accomodar le sentenzie loro, sí che portino medicina non alle parti sane, che non ne hanno bisogno, ma ai membri mal affetti; il che faranno appositamente, se conosce-