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libro sesto - capitolo iii 361


purgatorio, riceve per le messe, quali non sono celebrate dalli sacerdoti ricchi, ma dalli poveri; e quando questi fossero levati, li fedeli viventi e le anime de’ morti privati sarebbono di gran suffragi. Che meglio era far strettissimo ordine che le persone di bontá e sufficienza si ordinassero senza alcun titolo, poiché al presente cessa la causa per che l’antichitá lo proibí; la qual fu perché li intitolati, adoperandosi nelle fonzioni ecclesiastiche, erano di edificazione, e quegli altri, come oziosi, di scandalo; dove adesso li intitolati per lo piú non si degnano delli ministeri ecclesiastici e vivono in delizie, e li poveri fanno le fonzioni e danno edificazione.

Non fu da molti seguito questo parere, ma ebbe grand’applauso un medio: che l’uso introdotto fosse servato di non ordinare senza titolo o di beneficio ecclesiastico o di patrimonio sufficiente alla vita, acciò non si vedessero sacerdoti mendicare con indignitá dell’ordine; e per ovviare alle fraudi fosse statuito che dal vescovo s’usasse diligenza che il patrimonio, al quale il chierico è ordinato, non si potesse alienare. A questo contradisse Gabriel le Veneur vescovo di Evreux, dicendo che il patrimonio dei chierici è cosa secolare, sopra quale l’ecclesiastico non può far legge di sorte alcuna. Molte occasioni anco poter nascer, per quali la legge o vero il magistrato potesse legittimamente comandare che fosse alienato; ma generalmente esser cosa chiara che li beni patrimoniali de’ chierici, quanto alle prescrizioni e ad ogni forma di contratto, sono soggetti alle leggi civili: però esser molto da pensare prima che assumersi autoritá di annullare un contratto civile.

L’occasione di proponer il terzo articolo fu perché il precetto di Cristo, che tutte le grazie spirituali fossero liberamente e assolutamente donate sí come cosí da lui sono ricevute, era in molte parti transgresso nella collazione degli ordini. Né questo abuso era recente; anzi nelli tempi passati molto maggiore. Imperocché essendo nelli principi del cristianesimo frequente la caritá, il populo che dalli ministri di Cristo riceveva le cose spirituali, non solo secondo il precetto divino esplicato da san Paulo corrispondeva contribuendo il