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libro sesto - capitolo ii 349


possi dechiarare che assolutamente siano nulli, in maniera che l’occultazione e secretezza sia posta tra gli altri impedimenti che annullano il matrimonio».

In questo mentre, essendosi scoperto in Germania che protestanti trattavano una lega e si facevano qualche provvisioni di soldati; l’imperator scrisse a Trento e al papa ancora che in concilio si soprassedesse, sin tanto che apparisse a che termine fosse per arrivare quel moto: per il che il rimanente del mese, per questa causa, e per esser li giorni santi, si passò tutto in ceremonie.

Il dí 16 fu ricevuto Francesco Ferdinando d’Avalos marchese di Pescara, ambasciator del re cattolico, in congregazion generale: e letto il mandato, fu fatta per suo nome un’orazione, con dir in sustanzia che, essendo il concilio unico rimedio per i mali della Chiesa, con ottima ragione Pio IV l’ha giudicato necessario in questi tempi: al quale Filippo re di Spagna sarebbe personalmente intervenuto per dar esempio agli altri principi; ma non potendo, ha mandato il marchese per assistervi e favorirlo in tutto quello che il re può; sapendo che se ben la Chiesa è difesa da Dio, ha però bisogno alle volte di qualche aiuto umano. Che l’ambasciatore non giudica esservi bisogno di esortar la sinodo, conoscendo l’incredibile e quasi divina sapienza di quella: vede giá li fondamenti ben gettati, e le cose che al presente si trattano maneggiate con arte che lenisce e non esaspera: onde, sperando che le azioni avvenire corrisponderanno, solo promette ogni ufficio, opera e grazia del re. Rispose il promotor per nome del concilio che la venuta dell’ambasciator d’un tanto re aveva gionto animo e speranza alla sinodo che li remedi per li mali della cristianitá saranno salutari; però abbraccia la Maestá sua con tutto l’animo, li rende grazie, si offerisce corrispondere alli meriti di lei e far tutto quello che sia in onor suo; e riceve, come debbe, il mandato.

Nella congregazione delli 18 fu recevuto l’ambasciatore de Cosmo duca di Fiorenza e Siena; il quale, letto il mandato, fece l’orazione, nella quale si dilatò a mostrar la congionzione