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28 l'istoria del concilio di trento


per ciò quanto prima, volendo che la presentazione fatta al cardinale e a doi o tre di loro, con l’affissione alle porte della chiesa di Trento, obblighi tutti come se fosse personalmente intimata. Mandò anco il pontefice alli congregati in Bologna ad intimare l’istesso decreto, li quali mandarono a Roma immediate.

Ma il Cardinal Paceco e li altri spagnoli rimasti in Trento, che si ritrovarono insieme al numero di tredici, avendo prima mandato ad intender la mente dell’imperatore, risposero alla lettera del pontefice sotto il 23 marzo in questa sostanza: che confidavano nella benignitá e prudenza sua, qual facilmente cognoscerá essi, nell’aver contraditto alla transazione, nell’aver taciuto, nell’esser restati in quella cittá, niente aver manco pensato che di offender la Santitá sua; anzi la principal causa del dissentir dagli altri esser stata il veder che si trattava di cosa gravissima senza saputa della Santitá sua, nel che anco desideravano che non fosse tenuto cosí poco conto dell’imperatore. Che pareva loro chiaro che la transazione non dovesse esser ben interpretata né facilmente approvata da Sua Santitá, la qual pregavano a non credere che l’imperatore abbi prevenuto la querela loro, aspettata dalla Beatitudine sua, sopra la illegittima transazione del concilio, perché essi glie n’abbiano fatta querela, ma per proprio moto di Cesare, il quale reputava appartener a lui la protezione della Chiesa. Che non sarebbe mai venuto in mente loro la Santitá sua aver potuto desiderar questo ufficio di esser avvisata da essi, la qual reputavano aver avuto intiero conto dalli suoi legati, avendo essi parlato in pubblico e con scrittura de notari, che pareva loro bastar aver detto il parer loro, e del resto tacere. Per il che non credevano che la loro presenza fosse necessaria in altro. Che se vi è mancamento, il candor dell’animo nondimeno è chiaro. Che pensavano a loro bastare dissentire dalla translazion proposta, e per modestia e umiltá non interpellar la Santitá sua, qual speravano non dover mancar a quello che avesse giudicato utile per la Chiesa. Non vedere

perché dovessero partir con li legati, i quali promisero, e