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libro terzo - capitolo i | 27 |
e della maggior parte dei vescovi da Trento, essendo rimasti
essi nei medesimo luoco, sentí dispiacere come di cosa che
poteva tirar indietro il progresso del concilio e dar scandolo
alla Chiesa. Le qual cose essendo cosí ben note a loro come
a lui, si maravegliava perché, se la translazione del concilio
era parsa loro giusta, non fossero andati in compagnia degli
altri; se ingiusta, perché non avevano fatto querela a lui.
Esser cosa chiara, né loro poterla ignorare, ch’erano in obbligo
de l’uno o dell’altro di questi doi; de’ quali qualsivoglia che
fosse stato abbracciato averebbe levato le occasioni di scandolo. Non poter restar di scriverli con dolore che in l’uno o
in l’altro abbiano mancato, e che egli sia stato avvisato prima
delle loro querele dall’imperatore che da alcuno di loro,
almeno per lettere o per nonci; e di questo ufficio tralasciato
aver maggior causa di dolersi del cardinale, maggiormente
ubbligato per la dignitá del cardinalato. Ma poiché quello che
egli aspettava che fosse fatto da loro è stato prevenuto da
Cesare, il qual si è querelato per mezzo dell’ambasciator suo
che la translazione del concilio sia nulla e illegittima, offerisce
a loro prontamente quello che non li averebbe negato se essi
si fossero lamentati, cioè di udir le loro querele e conoscer la
causa. E quantunque dovesse presuppor che la translazione
fosse legittima, nondimeno per far l’officio di giusto giudice
si offeriva pronto di udir loro e le ragioni che addurranno in
contrario; che in ciò ha voluto anco tenir conto della nazione
spagnola e delle loro persone, non volendo che prevalesser le
gran presunzioni che si dovevano aver contra di loro. Per il
che avendo col conseglio de’ cardinali avocato a sé la causa
della translazione del concilio, e commessa ad alcuni di essi
per riferirla in consistoro, e chiamati tutti li pretendenti interessi, e inibito alli prelati di Bologna e di Trento di attentar
alcuna cosa pendendo la lite (si come nella scrittura, della
qual manda copia, si conteneva), desiderando finir la causa
quanto prima, li comanda che, pretendendo la translazione
esser invalida, tre di loro almeno ben informati debbino assister nel giudicio e allegar le pretensioni loro, e presentarsi