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libro quinto - capitolo vi 285


cosa piena di pericolo, e che al sicuro renderebbe li protestanti arditi, anzi potrebbe anco causar qualche divisione nova tra cattolici. Il re soprassedette dal ricever e pubblicar la bolla, sotto colore che non li piacesse l’ambiguitá delle parole, e d’aver per necessario che fosse senza nessuna coperta espresso quella esser continuazione del concilio, e che le cose determinate non si dovevano revocare in dubbio; ma in realtá per esser restato molto offeso che, avendo il re di Navarra mandato il vescovo di Comminges ad offerirli obedienzia, secondo il solito, il papa l’avesse ricevuto nella sala regia e come ambasciator del re di Navarra, reputando cosa pregiudiciale alla possessione sua in quel regno, sopra quale non ha altro titolo o fondamento di ragione che la scomunica di Giulio II; e di piú, perché ascoltasse monsignor d’Escars mandatogli dall’istesso, acciò s’adoperasse che li fosse restituita la Navarra o datagli giusta ricompensa, e promettesse di farne ufficio efficace col re. Mandò il papa in Spagna espresso il vescovo di Terracina per giustificare ed escusare le cose fatte in favore del re di Navarra, e rendere quasi per occasione la ragione della bolla. A quelli che, per la contrarietá d’opinione in principi cosí grandi, temevano, rispondeva che per pietá paterna ha invitato tutti, se ben ha li protestanti per perduti, e che li cattolici di Germania non possono aderir al concilio senza separarsi dagli altri e far nascere una guerra; se anco qualche altro principe cattolico non vorrá aderire, procederá di sua autoritá, come fece Giulio III senza il re di Francia. Nondimeno con li confidenti si scuopriva il pontefice di prendere tutte queste fluttuazioni per indifferenti, poiché, non sapendo l’esito, poteva cosí temere che riuscissero in male, come sperar che in bene. Vedeva fra tanto di ricever qualche beneficio da questo incerto concilio, il qual non solo serviva per freno alli principi e prelati di non tentar cose nove, ma a sé ancora serviva di colore per negar con fondamento le richieste non di suo gusto, scusando che, essendo aperto il concilio, conveniva che procedesse accuratamente e con rispetto, e non fosse prodigo in grazie e concessioni; e nascendo qualche difficoltá inestricabile o difficile, la rimetteva al concilio.