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266 l'istoria del concilio di trento


li Stati in Méaux; e quanto al concilio generale, avendo il pontefice dato speranza che presto si congregherá, se ciò non sará effettuato, li vescovi debbino congregarsi a’ 13 gennaro per trattar di celebrar un nazionale; tra tanto si sospendessero li supplici per causa di religione, fuori che contra quelli che movessero turbe con le armi.

Il papa, avuto avviso della risoluzione del convento di Fontanableò, scrisse al cardinale di Tornon che facesse ogn’opera per impedir la reduzione dei vescovi; il che quando non potesse effettuare, se ne tornasse a Roma. E alli 23 di settembre chiamò a sé li ambasciatori, a’ quali narrò prima il bisogno che vi era di presta celebrazione del concilio generale, attesa la deliberazione de’ francesi di far il nazionale; il qual se ben aveva dato ordine al Cardinal Tornon che procurasse d’impedire, però non sperava che l’impedimento succedesse. Ma egli si vedeva ben in necessitá di celebrar l’universale, acciò non fosse detto che li nazionali si facevano per non aver voluto egli far il generale. Però era forza aprir questo concilio di Trento e levar la suspensione; che il luoco era opportunissimo tra la Germania e l’Italia, se bene altri li propongono Spira e Treveri e altri luochi, quali riceverebbe se fossero sicuri, pronto anco di andar a Constantinopoli, quando potesse con sicurezza. Che fede si può aver in quelli che non hanno fede? Che nessun cattolico sarebbe sicuro in quei luochi, manco l’imperatore istesso. Che se non vorranno Trento, non mancheranno luochi nello stato di Milano, nel regno di Napoli, nello stato di Venezia, del duca di Savoia o di Fiorenza. Ma quanto al revocar le cose determinate, giá non era da parlarne; egli non voleva né revocarle né confermarle, ma rimetter tutto al concilio, il qual con l’assistenza dello Spirito Santo determinerá quello che a Dio piacerá. Ponderò molto la cosa del concilio nazionale di Francia, aggiongendo che sará un cattivo esempio, e che Germania vorrá seguitarlo; e anco in Italia succederá qualche moto, se non si fará provvisione; che vorranno sottometter al concilio e il pontificato e tutte le cose sue, ma che egli pro fide et religione volumus mori. Invitò