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libro quinto - capitolo iv |
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per le persecuzioni passarono in Polonia, Germania, in Puglia
e in Provenza, una parte anco si ricoverò nelle valli del
Moncenis, Lucerna, Angrogna, Perosa e San Martino. Questi,
avendosi sempre conservati separati, con certi loro ministri che
addimandavano «pastori», quando la dottrina di Zuinglio si
piantò in Genéva, si unirono immediate con quelli, come conformi nelli dogmi e riti principali; e mentre che il Piemonte
fu sotto francesi, quantunque dal senato di Turino fossero
proibiti d’esercitar la religione elvetica sotto pena capitale,
nondimeno pian piano l’introdussero pubblica; in maniera
che, quando il paese fu restituito al duca di Savoia, l’esercizio
era come libero. Il duca si deliberò di farli recever la religione cattolica, onde molti ne furono abbruggiati e in altro
modo fatti morire, e maggior numero condannati alla galera,
adoperandosi massime fra’ Tomaso Giacomello, dominicano
inquisitore. Il che fu causa di farli metter in disputa se fosse
lecito defendersi con le arme; nel che li loro ministri non
erano d’accordo. Dicevano alcuni che non era lecito opponersi con le arme al suo principe, manco per difesa della
vita propria, ma che portando via il suo avere (che potevano),
si ritirassero nei monti vicini. Altri dicevano che era lecito
in tanta disperazione valersi della forza, massime che non si
usava contra il principe, ma contra il papa, che abusava dell’autoritá del principe. Una gran parte di essi seguí il primo
parere, l’altra si mise su la difesa; laonde il duca, conoscendo
che veramente non erano mossi da pensieri di rebellione e
che instrutti sarebbe facil guadagnarli, ricevette il conseglio
datogli d’instituire a questo effetto un colloquio. Ma non
volendo alienarsi il pontefice, giudicò necessario non far cosa
senza di lui: mandò a darli conto del tutto e chiederne il
suo consenso. Il pontefice senti molestia grande della dimanda,
la qual altro non inferiva se non che in Italia, e sotto gli
occhi suoi, fosse posta in difficoltá e si dovesse metter in
disputa l’autoritá sua. Rispose che non era per consentir in
modo alcuno; ma se quei populi avevano bisogno distruzione, egli manderebbe un legato con autoritá di assolvere