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libro quinto - capitolo iii 241


causa di mantener quei regni in quiete, mentre altrove tutto era pieno di sedizioni; perché quantonque in molti, nella nobiltá massime, fosse seminato delle nove opinioni, restarono però dentro degli animi ascoste, per la cauta natura de’ spagnoli d’aborrir li pericoli e non esporsi ad imprese ardite, ma solo mirar all’operar sicuramente.

Ma in Francia, mancato il re Enrico, la cui morte li novi riformati ascrivevano a miracolo, s’accrebbe loro l’animo, se bene in Parigi non ardivano mostrarsi manifestamente. Perché Francesco suo figlio, novo re, dopo il sacro suo celebrato a Reims 20 settembre, ordinò che fosse proseguito il processo contra i consiglieri pregioni, e deputò il presidente Sant’Andrea e Antonio Demochares inquisitore per scoprir li luterani. Questi giudici, avendo guadagnato alcuni plebei giá professori di quella religione, ebbero notizia dei luochi dove occultamente si congregavano: per il che molti uomini e donne furono imprigionati, e molti fuggirono; i beni de’ quali erano confiscati dopo una citazione per tre editti. E con l’esempio di Parigi il medesmo si fece in Poitú, in Tolosa e in Ais di Provenza, faticandosi Giorgio Cardinal Armeniaco, il quale, per non abbandonar quell’impresa, non si curò d’andar a Roma per l’elezione di pontefice, usando ogni diligenza acciocché li scoperti fossero presi. Dalle qual cose irritati li professori di quella religione, e scoperto il gran numero, fatti piú audaci, mandavano attorno molte scritture contra il re e la regina e quei di Lorena, ad arbitrio de’ quali il re si governava, autori della persecuzione, meschiandovi dentro delle cose della religione; le qual scritture essendo volontieri da tutti lette, come cose composte per pubblica libertá, insinuavano nell’animo di molti la nova religione.

In fine del giudicio constituito contra li conseglieri, dopo longhe contestazioni fu una assoluzione di tutti, eccetto di Anna Borgo, il quale a’ 18 dicembre fu abbruggiato, non tanto per inclinazione delli giudici, quanto per risoluta volontá della regina, irritata perché li luterani disseminarono, in molte

scritture e libelli mandati attorno, che per divina provvidenza


Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - ii 16