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libro quarto - capitolo v 163


salutare delle azioni, li faceva sapere aver giá molto tempo deliberato, se mai si celebrava concilio generale, libero e cristiano, dove le controversie della religione fossero giudicate secondo la Scrittura e tutti potessero sicuramente parlare, e fosse instituita riforma nel capo e nei membri, mandarvi li suoi teologi. Ora pensando che essi siano congregati a questo fine, convocati li suoi teologi, gli ha comandato di far scelta d’alcuni d’essi che debbino portar la loro confessione in quel consesso; il che sino adesso non si è esequito per rispetto di certa constituzione del concilio di Costanza, che agli eretici e suspetti non sia servata la fede o salvocondotto dato dall’imperatore, da re o da altri, e per l’esempio de’ boemi, che non volsero andar a Basilea se non con una sicurezza datali dal concilio. Per il che l’elettore ricercò che un tal salvocondotto fosse dato ai suoi teologi e consiglieri e loro familiari. Ma giá pochi giorni, li fu presentato una certa forma di salvocondotto molto differente dal basiliense: per il che fu giudicato pericoloso venir qua con quello, apparendo da alcuni decreti tridentini giá stampati, nei quali sono trattati per eretici e scismatici, quantunque non siano stati né chiamati né uditi. Per il che dimanda il principe che li suoi siano tenuti per iscusati, e il salvocondotto concesso nella forma basiliense. Oltra di ciò, che avendo il prencipe inteso che vogliono proceder alla conclusione degli articoli controversi, gli è parso cosa pregiudiciale e contraria ad ogni legge divina e umana, essendo li suoi legittimamente impediti per mancamento di salvocondotto. Per il che prega che il tutto si differisca sin che siano uditi li teologi, che non sono lontani piú di sessanta miglia tedeschi. Appresso di ciò, essendoli stato referto che non si vuol udire li protestanti sopra gli articoli controversi definiti gli anni passati, la maggior parte de’ quali contengono gravi errori, prega il principe che questi siano reeseminati, e uditi li suoi teologi sopra di essi, e determinato quello che sia conforme alla parola di Dio e creduto da tutte le nazioni del mondo cristiano. Imperocché le cose determinate sono state trattate da pochissimi di quelli che doverebbono