Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/108

102 l'istoria del concilio di trento


gran pianto della moltitudine e maggiore delli piú principali: il che fu causa che il castigare allora si chiamasse «piangere». Cosí san Paulo, reprendendo li corinti di non aver castigato l’incestuoso, disse: «Voi non avete pianto per separar da voi un tal transgressore». E nell’altra epistola: «Temo che, ritornato a voi, non sii per trovarvi quali vi desidero, ma in contenzioni e tumulti; e che, venuto, io non pianga molti di quelli che inanzi hanno peccato».

Il giudicio della Chiesa (come è necessario in ogni moltitudine) conveniva che fosse condotto da uno che preseda e guidi l’azione, proponga le materie e raccolga li partiti per deliberare: cura che, dovendosi alla persona piú principale e piú idonea, senza difficoltá fu sempre del vescovo. E dove le chiese molto numerose erano, le proposte e deliberazioni si facevano dal vescovo, prima nel collegio de’ preti e diaconi che chiamavano presbiterio, e lá si maturavano per ricevere poi l’ultima risoluzione nella general congregazione della Chiesa. Questa forma era ancora in piedi del 250; e dall’epistole di Cipriano si vede chiaro, il quale nella materia dei sacrificati e libellatici scrive al presbiterio che non pensava a far cosa senza il loro conseglio e consenso della plebe; e al popolo scrive che, tornato, esaminerá le cause e meriti in presenza loro e sotto il loro giudicio; e a quei preti, che di proprio capriccio ne avevano reconciliati alcuni, scrisse che renderanno conto alla plebe.

La bontá e caritá delli vescovi faceva che il loro parere fu per il piú seguito, e a poco a poco fu causa che la Chiesa, refreddata la caritá e poco curandosi del carico impostogli da Cristo, lasciò la cura al vescovo; e l’ambizione, affetto assai sottile e che penetra in specie di virtú, la fece prontamente abbracciare. Il colmo della mutazione fu, cessate le persecuzioni. E allora li vescovi eressero come un tribunale, il quale divenne frequentatissimo, perché crebbero anco con le comoditá temporali le cause delle liti. Il giudicio, se ben non era come l’antico quanto alla forma di deliberare il tutto col parer della Chiesa, restava però della stessa sinceritá. Onde Costantino, vedendo quanto era di frutto per terminar le liti, e che