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94 l'istoria del concilio di trento


Sopra il decimo ancora, quanto alla prima parte della fede, volevano certi che si esprimesse della fede morta, perché la viva non è dubbio esser sufficiente. Quanto alla necessitá della confessione, li dominicani misero in considerazione che molti cattolici dottissimi e santissimi avevano tenuto quella opinione, il condannar la quale sarebbe condannarli loro. Altri per temperamento proponevano che non si condannasse come eretica, ma come perniciosa. Volevano anco alcuni che se vi aggiongesse la condizione: «essendovi comoditá di confessore». L’ultima parte, toccante alla comunione della Pasca, non essendo quella comandata per legge divina, ma di precetto solo della Chiesa, la comune opinione era che non si condannasse per eretica, essendo cosa inaudita che si condanni di eresia per non approvare un precetto umano particolare. Molti teologi anco proposero un altro articolo, tratto dalli scritti di Lutero, che era necessario dannare: e questo era che, quantonque fosse necessario recitar le parole di Cristo, nondimeno quelle non sono causa della presenzia di Cristo nel sacramento, ma la causa è la fede di chi lo riceve.

Doppoiché ebbero tutti li teologi parlato, dai loro pareri raccolsero li padri deputati sette anatematismi. E proposti quelli nella congregazione generale, inanzi ad ogn’altra cosa fu messo a campo che non era bene passar quella materia con soli anatematismi; che questo era non un insegnare, ma solo un confutare; che non avevano cosí fatto li antichi concili, quali sempre avevano dechiarato la sentenza cattolica e poi dannata la contraria. L’istesso era ben riuscito a questo concilio nella materia della giustificazione; e se ben fu costretto nella sessione del li sacramenti mutar proposito per urgenti rispetti, esser piú da imitare quello che allora fu fatto con ragione, che quello che dopo fu mutato per necessitá. Questa opinione era fomentata dalli teologi italiani, i quali vedevano esser una via di recuperar la reputazione perduta; imperocché sí come volevano li tedeschi e fiammenghi improvar le conclusioni con autoritá, cosí per dechiararle e trovar le sue cause vi era bisogno della teologia scolastica, nella quale essi valevano. Prevalse questa