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libro secondo - capitolo vi |
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quelle onorevolezze avessero luoco, ma in maniera che non
fosse niente detratto della superioritá del metropolitano, che
era il vescovo di Cesarea. Questo governo, che nelle chiese
orientali sempre è stato osservato, nella latina prese alterazione, con occasione che, essendo fabbricati numerosi e gran
monasteri retti da abbati di gran fama e valore, che per le
virtú loro conspicue facevano ombra alli vescovi, nacque qualche gara tra questi e quelli; e li abbati, per liberarsi da quelli
incomodi o reali o finti, per coprir l’ambizione di sottrarsi
dalla soggezione debita, impetrarono dalli pontefici romani
d’essere ricevuti sotto la protezione di san Pietro, e immediate
sotto la soggezione pontificia. Il che tornando molto a conto
alla corte romana (poiché chi ottiene privilegi, per conservarseli è ubbligato di sostentare l’autoritá del concedente),
presto presto tutti li monasteri furono esentati. Li capitoli
ancora delle cattedrali, essendo per la maggior parte regolari,
con li medesmi pretesti impetrarono esenzione. Finalmente le
congregazioni cluniacense e cistercense tutte intiere si esentarono, con grande aumento dell’autoritá pontificia, la qual
veniva ad aver sudditi propri in ciascun luoco, difesi e protetti
dal papato, e scambievolmente defensori e protettori. Da san
Bernardo, che fu in quel tempo e in congregazione cistercense,
non fu lodata l’invenzione, anzi ammoni di ciò Eugenio III
pontefice a considerare che tutti erano abusi, né si doveva
aver per bene se un abbate ricusava soggiacer al vescovo, e
il vescovo al metropolitano; che la Chiesa militante debbe
pigliar esempio dalla trionfante, dove mai nessun angelo disse:
«Non voglio esser sotto l’Arcangelo». Ma piú averebbe detto,
quando fosse vissuto in tempi posteriori; imperocché dopo li
ordini de’ mendicanti passarono piú oltre, avendo non solo
ottenuto esenzione onnimoda dall’autoritá episcopale generalmente dovunque fossero, ma anco facoltá di fabbricar chiese
in qualonque luoco, e in quelle anco ministrar li sacramenti.
Ma in questi ultimi secoli s’era tanto inanzi proceduto, che
ogni prete privato con poca spesa si impetrava una esenzione
dalla superioritá del suo vescovo, non solo nelle cause di