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336 l'istoria del concilio tridentino


V. Li giustificati non possono perder la grazia.

VI. Quelli che sono chiamati e non sono del numero de’ predestinati, mai ricevono la grazia.

VII. Il giustificato è tenuto a credere per fede di dover perseverar sino in fine nella giustizia.

VIII. Il giustificato è tenuto a creder per fermo che, cadendo dalla grazia, ritornerá a riceverla.

Nell’esamine degli articoli, nel primo appunto furono diverse le opinioni. Li piú stimati tra i teologi tennero l’articolo esser cattolico, anzi il contrario eretico, perché li buoni scrittori scolastici, san Tomaso, Scoto e la comune cosí sentono, cioè che Dio inanzi la fabbrica del mondo da tutta la massa del genere umano, per sola e mera sua misericordia, ha eletto soli alcuni alla gloria, a’ quali ha preparato efficacemente li mezzi per ottenerla, che si chiama «predestinare»; che il numero di questi è certo e determinato, né si può aggiungervi alcuno; gli altri che non ha predestinato non possono dolersi, poiché a quelli ancora Dio ha preparato un aiuto sufficiente per questo, se ben in fatti altri che li eletti non vedranno all’effetto della salute. Per principalissima ragione allegavano che san Paulo Alli romani, avendo fatto esemplare Iacob dei predestinati, Esau dei reprobati, produce di ciò il decreto divino prononciato inanzi che nascessero, non per le opere, ma per puro beneplacito. A questo soggiongevano l’esempio del medesimo apostolo, che sí come il vasellaio di una stessa massa di luto fa un vaso ad uso onorevole e l’altro ad infame, cosí Dio della medesma massa degli uomini elegge chi li piace, tralasciati gli altri; e che san Paulo per prova di questo portò il luoco dove Dio disse a Mosé: «Userò misericordia a chi averò fatto misericordia, e userò pietá a chi averò avuto pietá»; e concluse esso l’apostolo che per ciò non è di chi vuole, né di chi corre, ma di chi Dio ha compassione, soggiongendo dopo che Dio ha misericordia di chi vuole, e indura chi vuole. Dicevano in oltre che per questo rispetto il conseglio della divina predestinazione e reprobazione è chiamato dal medesimo apostolo altezza e profonditá