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318 | l'istoria del concilio tridentino |
nella Scrittura, nondimeno è proprissimo e latinissimo il dire
che la giustizia di Cristo è «imputata» al genere umano in
satisfazione e merito, e che continuatamente è anco imputata
a tutti quelli che sono giustificati e satisfanno per li propri
peccati; ma non voleva che si potesse dire che è imputata
come se fosse nostra. Al che essendo opposto che san Tomaso
usa di dire che al battezzato è comunicata la passione di Cristo
in remissione, come se esso l’avesse sostenuta e fosse morto,
sopra le parole di san Tomaso vi fu longa e gran contenzione.
Il general eremitano tenne opinione che nel sacramento del
battesmo la giustizia di Cristo sia imputata per esser in tutto
e per tutto comunicata; ma non nella penitenzia, dove ci bisognano anco le nostre sodisfazioni. Ma il Soto disse che la
parola «imputazione» era popularissima e aveva molto del
plausibile; perché in primo aspetto altro non significa, se non
che tutto si debbe riconoscer da Cristo; ma che egli l’aveva
sempre avuta per sospetta, attese le cattive consequenze che
da quella li luterani cavano, cioè che questa sola sia sufficiente, e non facci bisogno de inerente, che li sacramenti non
donano grazia, che insieme con la colpa si scancella ogni
pena, che non resta luoco alla sodisfazione, che tutti sono
uguali in grazia, giustizia e gloria: di onde deducono anco
quella abominevole biastema che ogni giusto è uguale alla
beata Vergine. Questo avvertimento mise tanto sospetto nelli
audienti che si vidde manifesta una inclinazione a dannar
quella voce come eretica, quantunque fossero replicate efficacemente le ragioni in contrario.
Le contenzioni tra teologi nascevano per certo dall’affetto immoderato verso la propria setta, ma vi si aggiongeva anco fomento da diversi per vari fini. Dall’imperiali, per costringere ad abbandonar la giustificazione; dalli cortegiani romani, per trovar modo di separar il concilio e fuggir la riforma imminente; e da altri, per liberarsi dalli disagi, che temevano maggiori per la carestia o per la guerra imminente, gionta la poca speranza di far frutto.