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22 l'istoria del concilio tridentino


quelli o retrattarne alcuna. Il quale respose, quanto alli libri, che li recognosceva per suoi, ma il risolversi di defender o non le cose contenute in quelli esser di gran momento, e pertanto avere bisogno di spazio per deliberare. Li fu concesso tempo quel giorno, per dar la risposta il seguente. Il qual venuto, introdotto Martino nel consesso, fece una longa orazione: scusò prima la sua simplicitá se, educato in vita privata e semplice, non avesse parlato secondo la dignitá di quel consesso e dato a ciascuno li titoli convenienti; poi confermò di riconoscer per suoi li libri; e quanto al defenderli, disse che tutti non erano d’una sorte, ma alcuni contenevano la dottrina della fede e pietá, altri reprendevano la dottrina de’ pontificii, un terzo genere era delli scritti contenziosamente contra li defensori della contraria dottrina. Quanto alli primi, disse che, se li retrattasse, non farebbe cosa da cristiano e uomo dabbene, tanto piú quanto per la medesima bolla di Leone, se ben tutti sono condannati, non però tutti sono giudicati cattivi. Quanto alli secondi, che era cosa pur troppo chiara che tutte le provincie cristiane e la Germania massime erano espiliate e gemevano sotto la servitú; e però il retrattare le cose dette non sarebbe stato altro che confermar quella tirannide. Ma nelli libri del terzo genere confessò di esser stato piú acre e veemente del dovere, scusandosi che non faceva professione di santitá né voleva defender i suoi costumi, ma ben la dottrina; che era parato di dar conto a qualonque persona si volesse, offerendosi di non esser ostinato, ma quando gli fosse mostrato qualche suo errore con la Scrittura in mano, era per gettar li suoi libri in foco. Si voltò all’imperatore ed alli prencipi, dicendo esser gran dono di Dio quando vien manifestata la vera dottrina, sí come il repudiarla è un tirarsi a dosso causa di estreme calamitá.

Finita l’orazione, fu per ordine dell’imperatore ricercato di piana e semplice risposta, se voleva defender o no li suoi scritti: al che rispose di non potere revocar alcuna cosa delle scritte o insegnate, se non era convinto con le parole della

Scrittura o con evidenti ragioni.