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254 l'istoria del concilio tridentino


senso della Scrittura, comeché il decreto sia un rimedio all’abuso di tante interpretazioni ed esposizioni impertinenti.

Restava parlar degli altri abusi, de’ quali ciascuno aveva raccolto numero grande, e in questo adunati innumerabili modi, come la debolezza e superstizione umana si vale delle cose sacre, non solo oltre, ma anco contra quello per che sono da Dio instituite. Delle incantazioni per trovar tesori ed effettuare lascivi disegni o ottenir cose illecite fu assai parlato, e proposti molti rimedi per estirparle. Tra le incantazioni ancora fu posto da alcuni il portar addosso Evangeli, nomi di Dio per prevenir infirmitá o guarir di esse, o vero per esser guardati da mali e infortuni, o per aver prosperitá; il leggerli medesimamente per li stessi effetti, lo scrivergli con osservazione de tempi. Fu nominato in questo catalogo le messe che in alcune regioni si dicono sopra il ferro affocato, sopra le acque bollenti o fredde, o altre materie per le purgazioni volgari, il recitar Evangeli sopra le arme, acciò abbiano virtú contra gl’inimici. In questa serie erano poste le congiurazioni de cani che non mordano e de serpi che non offendano, delle bestie nocive alle campagne, delle tempeste e altre cause di sterilitá della terra, ricercando che tutte queste osservazioni come abusi fossero condannate, proibite e punite. Ma in diversi particolari passarono alle contradizioni e dispute, defendendo alcuni come cose devote e religiose, o almeno permesse e non dannabili, quelle che da altri erano condannate per empie e superstiziose; il che avvenne parimente parlando della parola di Dio per sortilegi o divinazione o estraendo polizze con versi della Scrittura, o vero osservando li occorrenti aprendo il libro. II valersi delle parole sacre in libelli famosi e altre detrazioni fu universalmente dannato, e parlato assai del modo come levar le pasquinate di Roma: nel che mostrò il Cardinal del Monte gran passione nel desiderar rimedio, per esser egli, attesa la libertá e gioconditá del suo naturale, preso molto spesso dalli cortegiani per materia della loro dicacitá. Tutti concordavano che la parola di Dio non può mai esser tenuta in tanta riverenza che sodisfaccia al debito, e che il valersi di quella anco