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CAPITOLO II

(dicembre 1545-gennaio 1546).

[Cerimonia di apertura del concilio. — Lettura delle bolle e del decreto di sessione. — Esortazione dei legati e discorso del vescovo di Bitonto. — I legati chiedono istruzioni varie a Roma. — Sguardo retrospettivo all’origine e procedura dei concili. — Il papa esenta i prelati del concilio dal pagamento delle decime. Il cardinale del Monte propone la procedura del concilio lateranense. — Contrasti sul titolo da darsi al concilio. — Sessione seconda: ancora la questione del titolo. — Opinioni varie sull’ordine da seguirsi nella trattazione: il papa per la precedenza ai dogmi, l’imperatore alla riforma. — Si decide la contemporanea trattazione dei dogmi e della riforma.]

L’ultimo di novembre, avvicinandosi il tempo prefisso all’apertura, scrissero li legati a Roma che per conservare l’autoritá della sede apostolica conveniva nell’aprirlo legger e registrare una bolla che lo comandasse; e spedirono in diligenzia, acciocché potesse venir a tempo. Arrivò la risposta colla bolla alli 11 decembre; per il che il giorno seguente li legati comandarono un degiuno e processione per quel dí, e fecero una congregazione de tutti li prelati, dove prima fu letta la soprannominata bolla e poi trattato di tutto quello che si aveva da fare il dí seguente nella sessione. Il vescovo di Astorga con dolcissima maniera propose che fosse necessario legger in congregazione il breve della legazione e presidenza, acciò fosse una professione dell’obedienza e soggezione di tutti loro alla sede apostolica. La quale richiesta fu approvata da quasi tutta la congregazione, anco con instanza particolare di ciascuno. Ma il legato Santa Croce, considerando dove poteva la dimanda capitare, e che il pubblicare l’autoritá della presidenza sarebbe stato con pericolo che fosse limitata,