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134 | l'istoria del concilio tridentino |
commende, la residenzia, le esenzioni, la deformazione dell’ordine regulare, la ignoranzia nelli predicatori e confessori,
la libertá di stampare libri perniciosi, le lezioni, la tolleranzia
dei apostati, li questuari. E passando alle dispensazioni, toccarono prima quella di maritare li ordinati, la facilitá di dispensare matrimoni nei gradi proibiti, la dispensa ai simoniaci,
la facilitá nel concedere confessionali e indulgenze, la dispensazione de’ voti, la licenza di testare de’ beni della Chiesa, la
commutazione delle ultime volontá, la tolleranzia delle meretrici, la negligenza del governo delli ospitali, e altre cose di
questo genere, trattate minutamente, con esporre la natura
degli abusi, le cause e origini loro, le conseguenze de’ mali
che portano seco, li modi di rimediarvi e conservare il corpo
della corte per l’avvenire in vita cristiana: opera degna d’esser letta, che, se la sua longhezza non avesse impedito, meritava esser registrata qui di parola in parola.
Il pontefice, ricevuta la relazione da questi prelati, la fece considerar a molti cardinali, e propose poi in consistono la materia per prenderne deliberazione. Frate Nicolò Scomberg dell’ordine dominicano, cardinale di San Sisto, con altro nome chiamato di Capua, con longhissimo discorso mostrò che quel tempo allora presente non comportava che si riformasse alcuna cosa. Primieramente considerò la malizia umana, che sempre, quando gli è impedito un corso al male, ne ritrova un peggiore; e che è manco mal tollerar il disordine conosciuto e che per esser in uso non dá tanta maraviglia, che, per rimediar a quello, dar in uno che, come novo, resterá piú apparente e sará anco piú ripreso. Aggionse che sarebbe dar occasione alli luterani di vantarsi che avessero sforzato il pontefice a far quella riforma. E sopra tutte le cose considerava che sarebbe stato principio non di levar li abusi soli, ma ancora insieme li buoni usi, e metter in maggior pericolo tutte le cose della religione, perché con la riforma si confesserebbe che le cose provvedute meritatamente erano riprese dalli luterani, onde nascerebbe credito a loro e opinione nel mondo che anco le altre cose fossero con ragione da loro riprese; che non