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l'istoria del concilio tridentino |
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perduto un soggetto che, implicatosi nelli servizi di Dio e
della sede apostolica che sono congionti, averebbe potuto
portare frutto inestimabile, che farebbono ogni possibile per
racquistarlo, li testificò che il pontefice biasmava la durezza
del Gaetano, la quale non era ripresa meno dalli cardinali;
che da quella santa sede poteva aspettar ogni favore; che a
tutti dispiaceva il rigore col quale Leone procedette per instigazione d’altri e non per propria disposizione. Li soggionse
anco che egli non era per disputare con esso lui delle cose
controverse, non professando teologia, ma poteva ben con
ragioni comuni mostrarli quanto sarebbe bene riunirsi col capo
della Chiesa. Perché, considerando che solo giá diciotto anni
la dottrina sua era venuta in luce e, pubblicandosi, aveva
eccitato innumerevoli sette che l’una detesta l’altra, e tante
sedizioni populari con morte ed esterminio d’innumerabili persone, non si poteva concludere che venisse da Dio: ben si
poteva tenire per certo che era perniciosa al mondo, riuscendo
da quella tanto male. Diceva il Vergerio: è un grande amore
di se stesso e una stima molto grande dell’opinione propria,
quando un uomo vogli turbare tutto il mondo per seminarla.
«Se avete (diceva il Vergerio) innovato nella fede, in quale
eravate nato ed educato trentacinque anni, per vostra conscienza e salute, bastava che la tenesti in voi. Se la carità
del prossimo vi moveva, a che turbare tutto il mondo per
cosa di che non vi era bisogno, poiché senza quella si viveva
e serviva Dio in tranquillitá?» La confusione (soggiongeva) è
passata tant’oltre che non si può differir piú il rimedio. Il pontefice è risoluto applicarlo con celebrar il concilio, dove convenendo tutti gli uomini dotti di Europa, la veritá sará messa
in chiaro a confusione delli spiriti inqueti: e ha destinato perciò
la cittá di Mantova. E se bene nella divina bontá conviene avere
la principale speranza, mettendo anco in conto le opere umane,
in potestá di Lutero è fare che il rimedio riesca facile, se
vorrá ritrovarsi presente, trattare con caritá e obbligarsi anco
il pontefice, principe munificentissimo e che riconosce le persone meritevoli. Raccordò l’esempio di Enea Silvio che, se-