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monti e tognetti 89

tutta la diabolica gioia di un uomo che si beava all’aspetto di tanta sventura. Lucia comprese la crudeltà di quello scellerato, e non volle dargli un ultimo piacere coll’aspetto della sua debolezza. Richiamò gli spiriti attivi dell’anima con un supremo sforzo di energia. Indietreggiò come inorridita, si coperse la faccia colle mani, e fuggì correndo da quella casa abbominata.


XXI.

Il giudice processante.


Erano pochi minuti dacchè Lucia Monti aveva lasciato il palazzo di monsignor Pagni quando si presentò nelle anticamere del prelato il giudice processante Marini, chiedendo udienza. Gli fu risposto che monsignore per quella mattina non voleva ricevere nessuno.

Il giudice guardò in aria furbesca il cameriere che gli parlava, mise la mano destra in una saccoccetta del suo panciotto nero, la cavò fuori carica di un bel mezzo scudo d’argento, e con quella strinse la mano del cameriere, dicendogli a mezza voce:

— Galantuomo, fatemi il piacere di dire a sua eccellenza reverendissima che il giudice Marini ha bisogno di parlarle, per un affare urgentissimo, che non ammette proprio dilazione.

— Vossignoria sarà servita all’istante, riprese il cameriere vinto da quei bei modi.

E dopo di essere entrato nelle stanze di monsignore, rientrò spalancando la porta, e dicendo:

― Entri, illustrissimo signor giudice.

— S’accomodi. Che cosa desidera? disse monsignore colla solita aria di protezione, lasciando in piedi Sua Signoria illustrissima, mentre egli se ne stava mezzo sdraiato sulla sua poltrona.

— Domando perdono a vostra eccellenza reverendissima, se riesco importuno in questo momento. Cosi esordi Marini, stando colla schiena curva e il collo piegato sull’omero destro, e tenendo il cappello con ambe le mani sopra la pancia.

— Dica, dica pure quello che ha da dirmi; purchè faccia presto. Questa mattina ho un mondo di cose da sbrigare, e mi piovono le noje.

— Io sono, come vostra eccellenza sa benissimo. l’istruttore del famoso processo.....

— Di lesa maestà.

— In primo grado. Non le dirò le fatiche, i sudori indefessi, le notti vegliate che mi costa questa causa. Io conosco tutta l’importanza della mia