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58 i processi di roma

ziali e stragiudiziali, con questioni, indizi probatori e amminicoli da far condannare due terzi di Roma. E se la clemenza del Sommo Pontefice non s’interponesse a quest’ora... a quest’ora... basta, non dico altro.

— Ignorava, riprese Leoni, che il signor giudice Marini fosse inquisitore di questo processo; ora tanto più sono desideroso di sostenere la parte di difensore, per quanto egli magnifica la gravità dell’accusa.

— Badi, signor avvocato, che la difesa criminale è un’arma a due tagli, e alle volte adoperandola si potrebbe insanguinare le mani.

— Quelli che riportano le mani insanguinate per solito sono gl’inquisitori... e i carnefici!

Il giovane avvocato pronunziò codeste parole con tale un tuono sdegnoso che il giudice si levò in piedi pallido per la collera, esclamando:

— Signor avvocato!...

In buon punto giunse il servo della principessa, annunziando ad alta voce:

— Sua eccellenza monsignor Pagni.


XIV.

Il prelato e la principessa.


Monsignor Pagni, che noi incontrammo vestito da secolare nella povera casa di Giuseppe Monti, era in quella mattina abbigliato con tutta quanta la civetteria prelatizia. Dalla chioma leggiadramente azzimata intorno alla chierica fino alle scarpette da damigella, tutto era in lui accurato e lindo; l’abito del taglio elegante, la mantelletta paonazza, finamente pieghettata, le calze di seta, il cappello coi fiocchi lucenti, ogni cosa rappresentava il lusso ecclesiastico in tutta la sua pompa.

Marini e Leoni si alzarono in piedi, al primo presentarsi di monsignore.

Il giudice si profuse in inchini esclamando più volte:

— Eccellenza reverendissima!

Il prelato si avanzò con passo ardito e disinvolto; fece passando un leggero cenno della testa in risposta del saluto dei due signori, poi venuto innanzi alla principessa, le baciò la mano con galanteria, e le disse famigliarmente:

— Bella cugina, come va?

— Bene, monsignore, rispose essa. Accomodatevi. Abbiamo appunto bisogno di voi.

Il prelato sedè vicino alla signora. Marini andò per baciargli la mano; egli fece un gesto di rifiuto.

— Avete bisogno di me! esclamò monsignor Pagni. Me fortunato! È una buona sorte trovarmi nel caso di poter servire in qualche cosa la mia amabile cugina.

— L’avvocato Leoni, che io vi presento, disse la principessa (Leoni fece