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26 i processi di roma

zioni. Lo sguardo de’ suoi occhi neri, blando e amoroso nella calma, diveniva terribile se lo animava lo sdegno.

Monti era un bravo operaio; la naturale intelligenza e l’amore indefesso del lavoro avevano supplito in lui al difetto dello studio. Nella sua qualità di capo maestro muratore egli aveva condotto a termine dei lavori che avrebbero fatto onore ad un architetto. Eppure, modesto per natura, egli si era mantenuto nell’umiltà della sua condizione. Non essendo ingordo di danaro, non si era mai lanciato in quelle temerarie speculazioni di appalti, che spesso arrichiscono in breve ora i capi maestri. Erasi sempre contentato di quell’onesto guadagno che bastava al sostentamento della sua famigliuola. Amantissimo della moglie e dei figli, passava con essi tutto il tempo che gli avanzava dal lavoro, e che altri operai consacrano alla gozzoviglia e al vizio.

Monti entrò in casa tutto animato di quell’intima soddisfazione, che investe l’uomo che ha lavorato quanto deve. Egli stava allora dirigendo una nuova fabbrica nelle vicinanze della Longara.

Portava seco alcuni utensili della sua professione; li depose entrando; si avanzò verso Lucia, le strinse affettuosamente le mani, e:

— Presto, presto! esclamò. Ho una fame indiavolata; metti in tavola, Lucia. E i ragazzi dove sono?

— Eccoci babbo; rispose la voce argentina di una fanciulla.

Era Paolina che veniva dal babbo, tenendo per mano un ragazzo più piccolo, d’uno o due anni.

Monti li abbracciò, e baciò l’uno poi l’altro, li prese sulle ginocchia, li fece giocherellare, e diceva fra sè:

— Che piacere quando si ritorna dal lavoro accarezzare i propri figliuoli!

Poi chiese a Lucia, che attendeva con Teresa a far cuocere la minestra:

— Il piccino?

— È nella sua culla che dorme, rispose la moglie.

— E la minestra è cotta?

— Manca poco; aspetta.

— Oh don Omobono! riprese Monti, salutando il prete di vettura. Perdonate, non vi aveva veduto. E tu non parli quest’oggi, Teresa? Che cos’è? Ve ne state tutti ingrugnati? Cosa è avvenuto? Che cosa c’è di nuovo?

— Niente, proprio niente, rispose Lucia.

— No, v’è qualche cosa. Non mi ricevete mai così, quando ritorno a casa dal lavoro. Sentiamo, Teresa tu che sei la bocca della verità. Che cosa è accaduto?

— Abbiamo ricevuto una visita di malaugurio, rispose Teresa.

— Taci! disse piano Lucia.

Oh lascia che glielo dica! esclamò l’altra. Infin dei conti; è meglio che lo sappia.