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monti e tognetti | 21 |
soddisfazione, la gioia che provo per l’onore che mi ha fatto vostra eccellenza reverendissima, degnandosi di venire a trovarmi... gli è questa che... che...
— Io sono venuto, riprese monsignore, sono venuto per... Ecco qua: voi abitate in questa casa, non è vero?
— Eccellenza, sì; sto in quella stanza là, quello è tutto il mio appartamento.
— Questa è la casa di un soprastante muratore, non è così?
— Eccellenza sì; si chiama Giuseppe Monti.
— E quella ch’era qui poco fa è sua moglie?
— Eccellenza sì.
— Ebbene, don Omobono: io ho saputo che gli sovrasta una disgrazia.
— A chi? a Monti?
— Precisamente. Pare che si sia mischiato nella congiura. Il fatto sta che dev’essere arrestato.
— Oh poveretto questo mi dispiace!
— Però... soggiunse dopo qualche momento monsignore, però vi..... potrebbe essere un rimedio.
— E quale? chiese don Omobono.
— Che so io, rispose monsignore con piglio d’indifferenza... se qualcuno volesse pregare per lui...
Il prete di vettura roteò gli occhi strisciando in pari tempo la punta della lingua sul labbro superiore...
Con quella pantomina egli volea dire:
— Ho capito!
Infatti un lampo gli aveva chiarita la mente, e quella luce improvvisa gli rendeva manifeste le ragioni della visita di monsignore e de’ suoi discorsi.
Non occorreva essere un’aquila d’ingegno per penetrare nella mente del prelato travestito. Certi casi sono così frequenti nella capitale del mondo cattolico, che si parano subito alla mente del più idiota.
Un monsignore, un dignitario della Chiesa, uno dei capi del governo pontificio, girando intorno per le vie di Roma, come un damerino, colla sua mantelletta di seta pavonazza appiccata leggiadramente sugli omeri, colla sua chioma arricciata, colle sue scarpette a fibbie d’argento seguito dal domestico in gran livrea, adocchia una bella donna, s’informa per mezzo de’ suoi agenti della sua condizione, del nome, della dimora. L’avventura è la più facile del mondo: si spargono dei dubbj sulla sicurezza del marito, del fratello, del padre, insomma della persona più cara che si abbia la donna. Si minaccia la libertà di quell’uomo, e con tale pressione si cerca di trascinare la misera sulla via del disonore. Ma s’ella resiste, se le minaccie tornano vane, allora si adoperano i mezzi più energici.