Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
monti e tognetti | 19 |
Teresa trasse fuori la sua coccarda, e la mostrò al prete impaurito.
— Ecco qua, la guardi: una bella coccarda tricolore.
— Una coccarda! esclamò don Omobono indietreggiando e portando la mano alla fronte in atto di segnarsi colla croce.
— Sì, signore, disse Teresa. Qua!...
E, preso il cappello a tre punte del prete, appunto con una spilla sopra una delle falde rialzate la coccarda.
— Questa sarà d’or innanzi la sua salvezza. Così!
Gli mise il cappello in testa.
— Così sta come un angelo.
Don Omobono, che non ardiva nè tenere nè levarsi quel cappello scomunicato, rimase duro, stecchito come una statua di legno, mormorando fra i denti:
— Io portare la coccarda tricolore!
E Teresa ridendo:
— I garibaldini lo porteranno in trionfo!
In quella bussarono di nuovo alla porta di strada.
Teresa andò ad aprire.
— Oh Dio! Chi sarà? diceva intanto Omobono.
E toltosi di capo il cappello, cercava di staccare la coccarda; ma non riusciva che a pungersi ripetutamente collo spillo.
Si presentò all’uscio un signore vestito di nero, di statura vantaggiosa, col viso tondo, roseo, sbarbato, e i capelli rossicci composti e lisciati con cura. Poteva avere quarant’anni.
Tuttochè vestito da secolare, egl’aveva nel suo insieme un non so che d’ecclesiastico, che rivelava facilmente la sua condizione.
— Sta qui don Omobono? chiese egli con tutta civiltà.
— Sissignore, rispose Teresa; eccolo là. E additò il prete di vettura.
— Ahimè! Chi vedo! mormorò questi tutto spaventato.
E disperando ormai di poter staccare la coccarda dal suo cappelle, cercò di coprire alla meglio il corpo del delitto prima con una mano, poi con un lembo dell’abito.
― S’acco.... comodi, mon....
Stava per dire Monsignore, ma un rapido gesto e un’occhiataccia dello sconosciuto gli strozzarono la parola in bocca, e riprese più imbarazzato che mai:
— S’accomodi.
— Son venuto, disse il monsignore trasvestito, per parlarvi di un affare riservato.
E così dicendo, volse in giro un’occhiata, che si fermò a due riprese prima sull’una poi sull’altra delle due donne.
— Troppo onore, soggiunse il prete. Venga, venga nella mia stanza.