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monti e tognetti 15


— Mangiati la lingua, brutta figura! esclama la donzella entrata in una stanza, dove l’aspetta un’altra giovane.

— Che cos’è stato, Teresa? Che cos’è questo rumore? questa le chiede.

— Niente, niente, risponde. Figurati che, andando a fare la spesa, ho incontrato un signore zuavo, che s’è messo a farmi l’occhio di griglia, e a dirmi delle paroline inzuccherate. Io, via senza badargli, e lui ha avuto il coraggio di seguirmi fino a casa, e voleva entrare per forza: ma io gli ho chiuso la porta in faccia ben bene.

Così dicendo, Teresa aveva deposto il cesto che portava sotto il braccio, e ne aveva tratto dell’insalata, del pane e dei frutti, che andava disponendo sul desco.

Intanto lo zuavo seguitava a far chiasso al di fuori, bussando alla porta, e urlando:

Ouvrez, non de Dieu!

E Teresa di rimando a gridare:

— Batti, batti! così ti battesse il core!

— Oh Dio! esclamò l’altra donna. Non vorrei che in questo frattempo arrivasse il mio Beppe. Se ritrova costui lì fuori, si compromette di certo.

— Or ora, se non se ne va, disse Teresa, vedrai, Lucia, che vado a cacciarlo via col manico della scopa. Ma taci: mi sembra che si sia persuaso, e se ne sia andato da sè.

Infatti il papalino, stanco di bussare inutilmente, o pauroso di qualche brutto incontro, aveva lasciata l’impresa.

Una bella bambina di cinque anni entrò nella stanza dov’erano Teresa e Lucia, e s’ebbe carezze dall’una e dall’altra. Era una brunettina fresca e vivace.

Quella ragazzina, con una sorelluccia e un fratellino più piccoli di lei, erano i figliuoli di Lucia e di Giuseppe Monti, suo marito.

Monti era un soprastante muratore, nato a Fermo, ma da più anni dimorante in Roma, dove per causa di lavoro si era stabilito colla famiglia.

Quanto alla romana Teresa, essa era una cugina di Lucia, rimasta priva dei genitori in giovane età. Era tenuta dalla moglie di Monti in conto di una vera sorella.

Era vicina l’ora in cui Giuseppe soleva venire a casa per dividere colla sua famigliuola il pasto frugale, e ritornarsene poscia al lavoro quotidiano.

Lucia, avvicinatasi al focolare, attendeva alla minestra perchè si cuocesse; intanto Teresa accudiva ad altre faccenduole; e la piccola Paolina, così come lo comportava l’età infantile, prestava l’opera sua ora all’una ora all’altra delle due donne, con quel vezzo adorabile che è proprio della sua età e spesso la madre ricambiava coi baci i suoi tenui servigi.