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14 | i processi di roma |
della stanza con un lume acceso dinanzi; e postasi in ginocchio, e giunte le mani in atto di fervorosa preghiera:
— Santa Vergine! esclamò. Voi che provaste la pena atroce di vedere il vostro figliuolo tormentato e morto; voi, che sentiste tutti gli spasimi che può sentire una donna, abbiate compassione di una povera madre! proteggete mio figlio!...
IV.
Le due cugine.
Il rione di Trastevere presentava in quella mattina un aspetto singolare. I popolani si aggiravano per le strade, si scambiavano cenni e parole misteriose, si adunavano in crocchi, si dividevano per ritrovarsi poco dopo in altri punti; e in mezzo a quel va e vieni spuntavano ad ora ad ora le figure sospette degli spioni, dei birri travestiti, che aguzzavano gli sguardi, tendevano le orecchie, notavano le fisonomie e gli andamenti; e ad ora ad ora qualche pattuglia di zuavi, qualche drappello di gendarmi passava per le strade, donde al loro avvicinarsi si erano dileguati i cittadini.
Le trasteverine, quelle donne belle e sdegnose che serbano viva la tradizione dell’antica fortezza e maestà del popolo romano, tranquille nel sembiante, ardenti nel cuore, si mescevano agli accordi degli uomini loro, guardavano con piglio di provocante disprezzo i satelliti della tirannide sacerdotale.
Una giovane di statura alta, di forme statuarie, il cui vestiario semplice e modesto presentava quella naturale eleganza di panneggiamento, ch’è proprio delle statue romane, portando il suo cesto colla grazia ingenita di una Flora antica, camminava sola e con passo celere verso la propria dimora.
Un zuavo papalino, atteggiato a un portamento soldatesco fra lo spavaldo e il galante, la seguiva dappresso, arrischiando alcuni motti sguaiati in gergo mezzo francese, ai quali la romana non rispondeva altrimenti che colla più sprezzante noncuranza.
Giunta alla propria casa, la giovane sta per entrare, quando il soldato, venutole vicino, vuol seguirla oltre la soglia, ma essa, frappostasi coll’aitante persona fra la porta e lui:
— Va via! prorompe; e passando oltre, chiude l’uscio con fracasso.
— Sacré non! grida lo zuavo rimasto al di fuori; e intanto tenta, scuotendola, la porta chiusa al di dentro.