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monti e tognetti | 167 |
L’eroismo di don Omobono fu la salvezza di Lucia Monti e de’ suoi figli, ed esso la sconta tuttora colla reclusione in un convento di capuccini, dove però, a dispetto del castigo, esso comincia ad ingrassare.
Lucia e la sua fedele Teresa poterono, coll’aiuto di un travestimento fuggire a tempo dalla Roma dei preti, e portare a salvamento anche i bimbi.
Quella buona famiglia si trova adesso nella patria di Giuseppe Monti, confortata dalle consolazioni dei concittadini e dal compianto di tutta la nazione.
La povera madre di Gaetano Tognetti ha raggiunto il figliuolo!
La Corte di Roma si è macchiata di nuovo sangue. Essa ha affrettate il giorno della sua caduta e il trionfo della libertà.
Abbiamo accennato di volo nel capitolo X alla catastrofe di casa Ajani, nella quale i Romani si batterono disperatamente contro i soldati del Papa: una donna generosa fu sgozzata co’ suoi figli, e molti altri furono fucilati, dopo fatti prigionieri, dagli zuavi.
Questo fatto diede origine ad altro processo, definito colla condanna a morte di due cittadini romani, Giulio Ajani e Pietro Luzzi, la qual pena fu poi commutata, in seguito alla intercessione di re Vittorio Emanuele, in quella dei lavori forzati a vita. Le più scrupolose ricerche ci pongono in grado di fare interessanti e curiose rivelazioni intorno all’andamento di questo processo, non meno importante di quello che s’intitola dal nome degl’infelici Monti e Tognetti.
Ajani e Luzzi, vittime illustri, languono tuttora nella galere del Papa-re.