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156 i processi di roma


Così dicendo, padre Bindi si levò in piedi, e con un inchino del capo congedo don Omobono, il quale intanto ripeteva gl’inchini con cui era entrato, dicendo sempre:

— La non dubiti, reverendo. Lasci fare a me. La servirò come si deve.

— Poi verrà ad avvertirmi del risultato, gli disse il gesuita quando esso fu giunto sulla soglia.

— Sì, reverendo; al più presto; stia pur sicuro.

Poi dopo un ultimo inchino, infilò il corridojo, quindi la scala, e giù pei gradini, saltandoli questa volta a quattro a quattro. Traversò la piazza del Gesù, sbirciando quella finestra, ch’era tuttora chiusa, e via via s’avviò verso Trastevere.


XL

Reti gesuitiche.


Lascio figurare qual notte angosciosa avevano passata Lucia e Teresa: solo i fanciuletti, ché in sulla sera avevano ottenuto un poco di cibo, avevano poi dormito placidamente per tutta la notte.

Le povere afflitte vedevano volontieri don Omobono, del quale conoscevano la semplicità mansueta, tanto diversa dalla consueta boria dei preti di Roma.

Quando lo vide entrare, Lucia levò l’occhio mesto, e lo salutò con un breve cenno del capo.

— Poveretta!... fatevi cuore!... disse don Omobono, avvicinandosi a lei. Pensate ai vostri figliuoli, che sono il maggior bene che vi rimanga a questo mondo; pensate a questi cari angioletti, ai quali resta aperto un avvenire migliore.

— E quale? Poveri orfani, senza guida, senza sostegno! esclamò Lucia baciando con trasporto ciascuno de’ suoi figli, che al solito stavano aggruppati, quale in grembo, e quale accanto a lei.

― La misericordia del Santo Padre è inesauribile, e... riprese don Omobono col suo fare dinoccolato, martoriando al solito il suo cappello, quasi volesse spremerne le parole che non trovava.

— Non mi parli del Papa! gridò Lucia, di quel vecchio spietato, innanzi al quale mi sono inginocchiata come innanzi a Dio, e che avrebbe potuto salvare la vita di mio marito con una parola, con un cenno della mano. Egli è stato l’assassino, il boja del povero Peppe!

— Non parlate così, sora Lucia, altrimenti scappo via, e non ritorno più. Non posso tollerare che in mia presenza si parli in tal modo di Sua Santità. Specialmente poi, quando vengo a parteciparvi un tratto veramente angelico del suo cuore paterno.