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monti e tognetti 155


La povera Lucia, che aveva pel lungo lagrimare essiccata la sorgente delle lagrime, non piangeva più, ma esalava un lugubre, continuo ululato: piangevano i figliuoletti nel vedere così mesta la madre, sebbene non ne sapessero la terribile cagione, e Teresa doveva reprimere il pianto e consolarli, e acquetarli, perchè colle loro grida non rendessero più acerbe le pene della sventurata.

Ma in quell’età infantile il dolore non fa tacere i bisogni istintivi della vita, e non molto andò che i fanciulletti chiesero del pane. In casa non v’era cibo di sorta, e Teresa si avviò per provvederne: ma gli zuavi di guardia le impedirono il passo. Non valsero rimostranze e preghiere, nè il pianto dei bimbi che avevano fame. Cosa incredibile, ma vera! Nel giorno del supplizio di Monti sua moglie, e i suoi figli mancarono di pane!

Verso sera alla vedova infelice, si presentò, una visita inaspettata, il colonnello De Charette, il comandante degli zuavi, quello stesso che aveva domandato al Papa l’onore di assistere alla esecuzione di Monti e Tognetti. Egli entrò con aspetto triste e benevolo, si tolse di capo il cappello, e si avvicinò a Lucia, circondata da suoi figlioletti.

— Signora! diss’egli. La sventura che vi ha colpito è di quelle che non hanno riparo, ed io non venni a porgervi sterili parole di consolazione. Ma voi siete madre, proseguì accennando i fanciulli, che lo guardavano maravigliati e spauriti da quella nuova figura. Siete madre, e i vostri figli sono certamente la cosa più cara che vi rimanga al mondo. Vostro marito ha pagato il debito che aveva colla giustizia; il pensiero de’ miei zuavi doveva volgersi naturalmente alla sua vedova e ai suoi orfani, che non ebbero nessuna parte nel suo fallo, eppure ne portano la pena, restando derelitti e soli sopra la terra. Lenire un dolore così grande e immeritato come il vostro, signora, non è possibile: ciò che possiamo fare si è di rendere meno trista la vostra sorte, provvedendo all’avvenire dei vostri bambini. Gli è con questo intendimento che gli zuavi pontifici, non serbando nessun rancore verso la famiglia del condannato, commossi anzi dalla vostra condizione infelice, hanno posto in comune delle offerte. Esse devono servire come ho detto a migliorare la sorte dei vostri figli, e come madre, non potete rifiutare quanto ho l’onore di porgervi a nome del corpo degli zuavi pontifici.

Posto fine al suo dire con un inchino rispettoso, il colonnello presentò a Lucia un portafoglio.

Lucia Monti balzò in piedi con uno slancio, e sebbene un tremito convulsivo l’agitasse, rimase ferma colla testa alta, e gli occhi fissi in quelli del colonnello. Essa era una povera popolana, non usa a studiare le frasi e i bei modi, in quel punto poi si trovava in tale stato di prostrazione, che male reggeva il pensiero: ma la naturale altezza dell’animo, e il tumulto dei sentimenti le dettarono in quel momento solenne, le parole più