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154 | i processi di roma |
rotolò sul palco; mentre il corpo informe cadeva dall’altra parte, mandando fiotti di sangue dal collo reciso.
Il boja raccolse quella testa: l’afferrò colla mano destra pei capelli, e stendendo il braccio, e girandolo intorno la mostrò da ogni parte agli zuavi schierati.
Intanto, uno degli ajutanti asciugava con una spugna il ferro della ghigliottina; l’altro era sceso a metà della scala ad incontrare Tognetti.
Il carnefice rialzò rapidamente il ferro pesante.
Salendo la scala, Tognetti scivolò: i gradini erano bagnati dal sangue che scorreva giù dalla sommità del palco. L’aiutante lo prese fra le braccia, e lo portò su pegli ultimi gradini. Quivi fu sospinto dall’esecutore che aveva fretta. E in un attimo tutto fu finito.
Anche la testa di Tognetti fu mostrata agli zuavi: e i loro tamburi suonarono lungamente.
I due cadaveri furono chiusi nelle bare, che partirono accompagnate dalla compagnia di San Giovanni Decollato, mentre la truppa sfilava, e nella piazza guardata dai gendarmi e dai birri rimanevano il carnefice e i suoi uomini intenti a smontare e disfare l’apparato omicida.
Se abbiamo narrata in tutti i suoi particolari la scena funesta non fu per vaghezza dell’orribile, ma per rappresentare più vivamente quale fu nella sua esecuzione la condanna che la Sacra Consulta inflisse ai due martiri Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti.
XXXVIII
La moglie e la madre.
Le precauzioni della polizia romana non si erano limitate a vietare l’accesso del popolo nella piazza dell’esecuzione, e impedire la circolazione nelle vie che i due condannati dovevano percorrere.
Alla moglie dell’uno, alla madre dell’altro era stato negato di dar loro l’estremo addio. Ora si temeva che quelle donne pazze di dolore fossero uscite dalle loro case, e cercando di giungere fino ai loro cari, mentre venivano condotti al supplizio, avessero colle loro grida chiamata gente ed eccitato del tumulto. Perciò fino dalla notte le abitazioni di entrambe erano state circuite da un picchetto di zuavi, che avevano per consegna d’impedire l’uscita a chiunque.
Quelle infelici, per tutto quel giorno orrendo, in cui la immaginazione rappresentava alla loro mente lo strazio della persona amata, ebbero presente ad accrescimento di dolore, e quasi a scherno del loro patire, l’abborrita divisa degli zuavi pontifici.