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10 i processi di roma

rapporti con me. No, signora; voi non siete l’incaricata di mia madre; voi agite per conto vostro, e il sentimento che vi aspira questa condotta è tale, che io non potrei d’ora innanzi senza arrossire accettare il frutto della vostra bontà.

Il giovane artista pronunciò queste parole con accento solenne.

La principessa lo ascoltò anelando; di pallida ch’era, si fece vermiglia nel volto, e quando egli si tacque, proruppe:

― Curzio! tu mi stimi così poco! Tu mi credi capace di un sentimento basso e umiliante!... Ma dunque tu non hai indovinato; il tuo cuore è rimasto muto alla voce della natura!... No, Curzio: io non sono l’incaricata di tua madre, no, io, io stessa sono tua madre!

― Voi, mia madre!... Ah!

Curzio si slanciò a baciare la mano della principessa, ripetendo:

― Perdono! perdono!

La madre impresse un bacio sulla fronte del giovane, con tutta l’effusione dell’affetto lungamente compresso.

Successe qualche momento di eloquente silenzio.

― Adesso, riprese la principessa, comprendi adesso la ragione delle mie cure, la fonte del mio affetto. Io sono tua madre; e se finora non ti ho rivelato questo dolce nome, si è perchè tutti devono ignorare i legami che ci uniscono, mio marito pel primo, perchè egli sarebbe un nemico terribile per te. E se quest’oggi io mi sono risoluta di rompere il silenzio, gli è perchè quest’oggi ho bisogno d’invocare i miei diritti di madre. Sì, Curzio, un gran pericolo ti sovrasta. Sì, figlio mio, io so, non t’importa come, io so che tu appartieni al comitato d’insurrezione, che tu sei anzi uno dei capi-sezione, so che voi altri avete concertato per quest’oggi un movimento di rivolta nell’interno di Roma. Ebbene, sappi che lo spionaggio si è insinuato nelle vostre file, che la polizia è prevenuta, che il governo sta sull’avviso. È impossibile la riuscita del tentativo; voi correte a inevitabile rovina.

― Ebbene? chiese Curzio.

― Ebbene, fino che siete in tempo, rinunziate a questo progetto.

― Impossibile! tutto è stabilito; si è tardato anche troppo; l’insurrezione di Roma deve scoppiare.

― Ma siete traditi, vi dico; sarete schiacciati!

― Non importa. Noi protesteremo col nostro sangue contro la tirannia del pontefice, e se morremo, la nostra morte affretterà il giorno della redenzione di Roma.

― S’egli è destino che debba compiersi la rivolta, si compia; ma tu, figlio mio, rimani in disparte. Pensa che il tuo sacrificio sarebbe inutile alla causa della libertà, e fatale al cuore di tua madre.

― Che? esclamò Curzio. Che io lasci morire i miei fratelli, e che mi